Aumentano le Regioni in cui da oggi ci potranno essere campi aperti per il gioco del golf. Dopo la Sicilia e l’Abruzzo, nella giornata di ieri, via libera anche da Friuli Venezia Giulia e Veneto. I due Governatori, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, hanno emesso ordinanze in cui si cita espressamente il golf, peraltro molto simili. Eccole.

Friuli Venezia Giulia“È consentita, in forma individuale o in coppia o con i componenti del nucleo familiare convivente, l’attività motoria e sportiva. A mero titolo esemplificativo e non esaustivo ciclismo, corsa, tiro con l’arco, equitazione, tennis, golf, vela e motociclismo, rispettando la distanza interpersonale minima di due metri, prevista quando vi sia la possibilità di incontrare altre persone. È vietato l’utilizzo degli spogliatoi.”

Veneto “È consentito lo svolgimento individuale o con componenti del nucleo famigliare di attività sportiva o motoria. Quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, camminata, corsa, ciclismo, tiro con l’arco, equitazione, tennis, golf, pesca sportiva, canottaggio, ecc. Al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva di cui sopra, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività, nei limiti del territorio regionale.”

I campi aperti nel resto d’Italia

Nelle altre Regioni invece al momento si attende il via libera per i campi aperti. Con alcune eccezioni, come il Cus Ferrara e Rimini Verrucchio in Emilia Romagna e Marediroma, nel Lazio. Questi circoli (e forse altri ancora nella Penisola) stanno interpretando in senso permissivo il DCPM del Governo. E hanno deciso, in autonomia, di ripartire.

La situazione quindi è molto fluida. E anche complessa. In ballo ci sono differenti interpretazioni a livello centrale e a livello periferico. E c’è chi sostiene ad esempio che aperture non avallate a livello nazionale potrebbero incorrere in sanzioni anche pesanti.

Pubblichiamo qui di seguito la comunicazione che il Presidente del Comitato Laziale della Federgolf, Carlo Scatena, ha fatto girare in giornata. Alcune parole di buonsenso, che sottolineano come in questo momento, pur con l’enorme voglia di tutti noi di tornare in campo, sarebbe forse opportuna una maggiore coesione sull’intero territorio nazionale.

“La Federazione tutta – scrive Scatena -, compresi i Consiglieri Federali e i Presidenti Regionali, ha lavorato continuamente per predisporre le linee guida inviate al Comitato scientifico della Presidenza del Consiglio. L’eventuale approvazione, una volta ottenuta, sarà inviata al Ministro Spadafora. In concerto con la Presidenza del Coni ci sarà il via per tutte le Federazioni, secondo un calendario di apertura legato al rallentamento del corona virus in tutte le Regioni Italiane. Il comportamento anomalo e autonomo porterà i Circoli che non rispetteranno il DCPM del Governo ad assumersi responsabilità individuali, mettendo a rischio la nostra immagine e tutto il lavoro finora svolto.”

E poi ancora...

Ma anche in una Regione come la Lombardia, zona drammaticamente più calda d’Italia in questo triste periodo, si sta parlando di ripartenza. Ecco un passaggio dal Corriere della Sera di ieri, riferito alle nuove norme di comportamento all’aria aperta in piena discussione.

«Via libera agli sport e alle attività motorie individuali all’insegna del distanziamento e con l’obbligo di indossare la mascherina (o copertura alternativa di bocca e naso) non durante, ma prima e dopo l’attività sportiva, in ogni caso facendo la massima attenzione a non incrociare altre persone».

Capiamo perfettamente le necessità dei Circoli. Ogni giorno di chiusura in più significa un problema in più dal punto di vista economico. Ma, se le prossime due settimane, con il ritorno al lavoro di altri milioni di italiani, daranno ulteriori segnali positivi, siamo più che ottimisti per riavere i campi aperti in tutte le Regioni italiane.

Crediamo che la Federazione stavolta abbia fatto in pieno il suo dovere, spingendo su tutte le possibili leve politiche a disposizione. È però impensabile, per quanto possiamo amare il nostro sport, che in Italia qualcuno si prenda la briga di concedere una corsia preferenziale al golf. Non sarebbe fra l’altro corretto, anche se sappiamo tutti che se c’è uno sport al mondo in cui il contagio è inesistente, per definizione, questo è proprio il golf. Senza contare che una passeggiata in mezzo al verde fa bene al fisico e allo spirito.

Non siamo negli Stati Uniti, dove un americano su sette ha una sacca in garage. Là, nonostante la pandemia stia colpendo ancora con grande violenza, ormai sono rimasti solo tre Stati su 50 con i club chiusi. In italia non siamo nemmeno due su mille abitanti, quindi con un peso specifico molto vicino allo zero. Per cui, armiamoci ancora un po’ di pazienza e finiamo di lucidare i ferri. Il prossimo tee shot non è lontano.

La prossima finestra

Il ministro Spadafora ha inoltre dichiarato che all’inizio della prossima settimana presenterà al Comitato tecnico scientifico «le linee guida» per la riapertura di palestre, centri danza, circoli sportivi e del tennis. «Appena saranno validate le linee guida, vorrei inserire nel decreto che parte dal 18 maggio la possibile apertura di questi centri».