Oltre a Mr Drive Dechambeau, che sta frantumando ogni record sul PGA Tour, questo 2020 ci sta regalando la nascita di una nuova stella del golf mondiale, Collin Morikawa.

Classe 1997, nato a Los Angeles e diplomato alla University of California a Berkley, dove si è messo in luce golfisticamente con diversi titoli individuali e a squadre, è passato professionista lo scorso anno al RBC Canadian Open, torneo chiuso subito con un brillante 14° posto.

Da allora la sua strada è stata una continua conferma: seppur giovanissimo ha dimostrato a suon di risultati di essere già in grado di ritagliarsi un posto tra i grandi del PGA Tour.

In pochi tornei lo scorso anno si è assicurato la carta 2020 per il maggiore circuito americano, centrando il primo successo nel Barracuda Championship a luglio.

Lo stop per la pandemia di quest’anno non ha fermato la sua rapida ascesa: ha perso il Charles Schwab Challenge, l’evento che ha riaperto la nuova stagione statunitense a giugno, solo al playoff contro Daniel Berger, ma si è imposto in modo autorevole nel Workday Charity Open a Muirfield settimana scorsa davanti nientemeno che al favorito del torneo, Justin Thomas. Un risultato questo che lo ha proiettato al 13° posto del World Ranking, niente male per un ragazzino alle prime armi sul Tour…

A giugno, quando non ha passato il taglio nel Travelers Championship, ha messo fine a una stricia di ben 22 tagli consecutivi, la più lunga mai ottenuta da un rookie dai tempi di Tiger Woods, che arrivò a quota 25.

Il segreto del suo improvviso successo, talento a parte, arriva anche dall’attrezzatura e da alcuni cambiamenti chiave, come quello del putter, che il giovane californiano ha apportato ultimamente.

A Muirfield ha effettuati alcuni colpi davvero spettacolari, come quella alla buca 5 dell’ultimo giro, in cui ha preso il green con un ibrido per poi puttare per l’eagle. Morikawa, ambassador TaylorMade, usa due versioni del SIM Max Rescue, il bastone usato proprio per quel colpo.

“Ho provato un ibrido per la prima volta quando ero a Phoenix e me ne hanno realizzato uno con shaft Mitsubishi Tensei Blue e uno con il Tensei White. Con il Blue il rescue genera una traiettoria un po’ più alta e spinna maggiormente. È un buon bastone per prendere i par 5 in due quando hai bisogno di un volo più alto e non c’è vento. L’ho usato molto e l’ho messo in sacca, mentre quello con lo shaft Tensei White l’ho lasciato a casa.

Poi al Travelers Championship ho iniziato a tirare qualche colpo con un po’ troppo spin pur in assenza di vento quindi ho deciso di provare il White. Il SIM Max Rescue è un bastone fantastico, soprattutto quando lo confronti con il volo di palla di un ferro 2. È molto dritto e alto, anche se con un volo più piatto”.

Sebbene Morikawa giochi da tempo TaylorMade, dal Barracuda Championship dello scorso anno ha apportato diverse e importanti modifiche nella sua sacca. Oltre ai ferri P730 è passato dalla palla Titleist Pro V1x alla TaylorMade TP5.

“È questione di feeling – prosegue -. Ho usato la Pro V1x per così tanto tempo che ero ormai abituato a una palla più solida. Ma al Safeway e allo Shriners quest’anno ho notato che stavo effettuando alcuni chip non buoni. Pensavo di non avere abbastanza spin con i wedge.

Con i ferri non ero poi in grado di lavorare la palla come volevo. Quando sono passato alla TP5 mi hanno detto che ci sarebbe voluto del tempo per abituarsi a una palla più morbida ma l’ho fatto in fretta e penso che sia quella migliore che io abbia mai giocato.

Anche nel putter preferisco avere una sensazione morbida. Con la nuova palla ho eliminato da 100 a 200 giri al minuto di spin, risultato che mi ha permesso di controllare meglio i colpi, anche nel vento”.

Nel driver SIM Morikawa setta il peso scorrevole verso la punta. “Di solito tendo a trovare un buon compromesso e poi a non modificarlo anche se durante la pausa l’ho provato anche in altre posizioni per vedere le differenze di volo. Prima della quarantena ho trovato questo settaggio con cui mi trovo bene non credo quindi che lo toccherò di nuovo per un bel po'”.

Capitolo ferri: il 23enne californiano ha in sacca due modelli della casa di Carlsbad, il P730 e il P750s. “È la combinazione perfetta per avere distanza e un’ottima traiettoria. La prima volta che ho usato i P730 è stato il World Amateur Team Championship in Irlanda nel 2018 in cui avevo un set completo in sacca.

Quando però usavo il ferro 4 e 5 mi sono reso conto che non ero in grado di alzarli facilmente in aria o farli volare quanto volevo quindi ho preso la decisione di usare un modello un po’ più facile”.

Anche durante il lockdown la giovane stella del PGA Tour non è stata con le mani in mano e ha apportato ulteriori cambiamenti alla sua attrezzatura.

“Il più significativo è che abbiamo appiattito il mio putter di 1,5 gradi. Uso il TaylorMade TP Juno con pipetta lunga e rendendolo più flat ora le mie mani sono più verticali e nella posizione ideale. Il putter prima era seduto leggermente in posizione verticale: ho guardato alcuni filmati del Colonial e ho notato che la punta era sollevata. Abbiamo trovato un modo per appiattirla e sta funzionando a meraviglia. Questo è il putter che ormai uso da un po’ di tempo e ha un ottimo sistema di allineamento in alto e si adatta bene alle mie mani.

L’unico bastone non TaylorMade nella sacca di Morikawa è un wedge 56 gradi Titleist Vokey SM8 con un bounce di 14. “Ho usato per diverso tempo molti bounce. Al momento mi trovo bene con questo, in cui gli ho modificato il loft a 55. Ho inserito poi un 60 gradi TaylorMade MG2, eccezionale per i lie più complicati. Usavo un bounce di 8 gradi di serie ma ho notato che i miei chip non erano perfetti così TaylorMade me lo ha appiattito e ora è un wedge perfetto, quando lo apro si trova praticamente a filo con il terreno”.

Anche Morikawa come tutti i Tour Player ha qualche curioso oggetto in sacca.
“Ho parecchi fermasoldi di tornei amateur in cui ho giocato bene. Non ho idea del perché li tenga lì ma non li tolgo mai. Ho anche circa 50 matite di vari campi oltre che una foto con la mia ragazza che non manca mai”.