La mia passione sfrenata per il golf mi ha portato a fare da volontario ai più importanti tornei a livello nazionale e non solo…
Tutto ha avuto inizio nel 2012 con l’Open d’Italia maschile al Golf Club Torino – La Mandria e da lì non mi sono più fermato partecipando ad altri sette Open d’Italia ultimo, in ordine di tempo, quest’anno al Marco Simone. Fare da volontario a un evento di tale importanza regala emozioni indescrivibili che hanno trovato il suo culmine in due partecipazioni che resteranno per sempre nel cuore: le Olimpiadi di Rio del 2016 e, ovviamente, la Ryder Cup di quest’anno a Roma.
Nel 2016 sono infatti volato dall’altra parte del mondo, a de Janeiro, per i Giochi Olimpici dove il golf ha fatto la sua terza apparizione nella sua storia. Ricordo di aver compilato la domanda con scritto “O golf o nada” e una quindicina di giorni dopo ho ricevuto una telefonata dalla direttrice del Federazione di Golf femminile del Brasile che mi confermava il mio ruolo di forecaddie, oltre a testare il mio livello di portoghese.
Potrei stare qui ore a raccontare le avventure di quei giorni ma se devo scegliere una delle cose più belle è stato ricevere dei biglietti per assistere alle gare di altri sport. Ecco quindi che oltre al golf ho avuto la fortuna di vedere il nuoto e la corsa con due leggende Michael Phelps e Usain Bolt, il giamaicano volante, vi assicuro uno spettacolo vederlo correre.
E da Rio arriviamo a Roma, a fine settembre quando ho varcato i cancelli della nostra Ryder Cup
Indescrivibile raccontare cosa ho provato il venerdì mattina mentre iniziavo il mio ruolo di forecddie alla buca 1. Ammetto senza vergogna che mi è scesa qualche lacrima perché erano mesi, anzi, più di un anno da quando ho fatto la domanda per essere preso come volontario a questo evento unico.
Indimenticabili i cori da stadio sulla tribuna della prima buca per non parlare di tutte e tre le giornate di gara e dell’ovazione del pubblico e dei giocatori domenica pomeriggio dopo la vittoria.
Quando finivo il turno avevo la possibilità di seguire i giocatori godendomi lo spettacolo dall’inizio alla fine. Poi, arrivata la sera, crollavo nel mio letto perché, alla fine, la mia giornata iniziava alle 5:15 del mattino senza sosta ma il piacere è stato talmente grande che la stanchezza è sempre passata in secondo piano.
E così, dopo le Olimpiadi, la Ryder Cup, otto Open d’Italia maschili, due femminili e due Alps Tour sono ancora qua con la stessa voglia ed energia del primo giorno.
Ma, ovviamente, il mio viaggio non è finito qui, sono già pronto per il prossimo Open d’Italia a Cervia nel 2024.