Singapore è una città che bisogna vi- sitare almeno una volta nella vita: modernissima, pulitissima, dove tutto funziona come un orologio svizzero e dove non si è mai a disagio anche nella folla della metropolitana nelle ore di punta.

Ovunque vai, anche ai mercati popolari di Bugis, la sensazione di sicurezza è assoluta grazie a una legislazione ferrea.

Se sgarri, le pene sono severissime per cui non vedrai mai un mozzicone di sigaretta o uno scontrino buttato a terra.

Addirittura è vietato importare o vendere chewing gum per evitare di trovarli attaccati da qualche parte.

Non parliamo poi di droghe anche leggere: si rischia la pena di morte.  Fa impressione vedere i furgoni della manutenzione dell’acquedotto sa-

Ma Singapore è soprattutto un centro di affari: il porto è il secondo del mondo con 32 milioni di container in transito ogni anno, le banche e le società finanziarie più imp rtanti hanno sedi maestose e grattacieli bellissi i, il commercio del lusso ha la sua apoteosi in Or hard Road, dove turisti cinesi e giapponesi dilapidano cifre inimmaginabili per acquistare borse, vestiti e gioielli. E nella marea di cinque milioni di persone che qui vivono e dove c’è la più alta percentuale di milionari del mondo, le abitudini anglosassoni dominano e quindi il golf ha un peso rilevante nel tempo libero.

I 15 campi di Singapore hanno però costi molto alti (parliamo di 250 euro di media) e sono spesso ‘sold out’.

E così nei weekend i golfisti prendono un traghetto dal Ferry Port i Tanah Merah (proprio dietro l’aeroporto intercontinentale) e, con una navigazione di 50 minuti, arrivano sull’isola di Bintan, che fa parte dell’arcipelago indonesiano di Riau, approfittando dei pacchetti turistici che comprendono traghetto, transfer al campo, gioco illimitato per l’intera giornata, il car e la caddie (e spesso anche il pranzo), a cifre interessanti.

E poi, contrariamente ai campi in Singapore, a Bintan non chiedono l’handicap per giocare per cui tutti sono benvenuti.

Noi turisti italiani, abbagliati da giorni di emo- zioni in una città sorprendente, con uno skyline magico, giardini botanici nel bel mezzo dei grattacieli e un colpo d’occhio fantastico soprattutto se osservato dalla piscina del Marina Bay Sands (una struttura sospesa a 200 metri di altezza, appoggiata su tre pilastri che contengono le 2.500 camere).

Noi turisti cercavamo un bel mare, campi da golf e resort fuori dal ritmo frenetico di Singapore, e così abbiamo seguito il flusso di sacche da golf verso questa vicina ma quasi sconosciuta isola.

Il Ferry Port di Bintan è nel nord dell’isola stessa, la parte riservata al turismo di lusso.

Le strutture sono realizzate prevalentemente in stile locale, spesso con il minimo impatto ambientale e nascoste in una natura lussureggiante.

Le spiagge sono bellissime anche se, in caso di mareggiata, qualche segno del vicino porto di Singapore arriva.

Sorprende la grande gentilezza della gente, sempre sorridente e disponibile, mai invadente, con tante piccole attenzioni che ti fanno sentire il benvenuto: dalle essenze profumate in camera diverse ogni sera, al risciacquo delle mani in acqua di rose quando ti siedi a tavola, al riproporti il caffè se è diventato freddo.

Fa piacere arrivare alla reception e sentirti salutare con il tuo nome o accorgerti che al ristorante sanno perfettamente il numero della tua camera o il tavolo che preferisci.

E quando ho chiesto alla concierge di organizzarmi le giornate di golf nei tre campi di Bintan, con i relativi appuntamenti con i manager, ho avuto risposte precise e puntuali da chiunque fosse lì in quel momento, sempre con un sorriso e una disponibilità inattesi per uno come me, abituato alla rude e sbrigativa efficienza americana.

I tre campi di cui parliamo in questo articolo sono legati ai resort più importanti dell’isola.

Il primo visitato è stato il Laguna Golf Bintan, collegato al gruppo ricettivo composto dal Bayan Tree Resort (di lusso), dall’Angsana Bintan (struttura per famiglie) e dal Cassia Bintan (appartamenti da investimento), intorno ai quali si sviluppa il percorso del 18 buche disegnato da Greg Norman, un campo, come tutti quelli realizzati dallo “Squalo Bianco”, con bunker profondi e green complicatissimi.

Non saprei dire quale sia la ‘signature hole’ perché il colpo d’occhio delle buche sull’oceano (al top i par 3 di 3 e 13 e il par 4 della 12) su tutte è da togliere il fiato.

Il campo è piuttosto largo e gli ostacoli d’acqua danno una sudditanza più psicologica che reale. Ma perdere palle è facilissimo, se non tirate dritto: inutile cercarle se finiscono nella natura lussureggiante e fittissima ai lati della buche.

Per fortuna ci sono le caddie (nel sud est asiatico sono quasi tutte donne) che ti porgono il bastone giusto, sanno sempre dove è la tua palla anche nel rough, ti indicano la linea per il putt.

Le gare sono molte, mediamente una volta al mese. Per il resto il percorso è a disposizione dei turisti.

Sempre sulla costa nord, ma più a est ci sono gli altri due campi: il Ria Bintan Golf Club e il Bintan Lagoon Resort.

Il primo da pochi mesi è sotto la gestione di John Yap.

È un 27 buche disegnato da Gary Player: semplicemente bellissimo, con la buca 9 sull’oceano per la quale uso l’espressione ‘astonishing’ (traduzione: stupefacente, anche se non rende quello che ho provato).

In questo par 3 il tee shot vola l’insenatura dell’oceano e la palla atter- ra su un green perfetto circondato da bunker di sabbia bianchissima: un colpo non difficile, ma da cuore in gola per la sua apparente complessità.

Il campo ha come struttura di riferimento il vicino Club Med, uno dei più belli dell’intera proposta del noto operatore francese, ma il manager Yap vuole puntare a un target molto più alto.

Pochi giorni dopo il nostro incontro è partito per Bangkok a ritirare il premio per il miglior golf resort del sud est asiatico.

Ci racconta quindi la sua azione verso mercati nuovi (Cina e Giappone per lo più) in modo da limitare la dipendenza da Singapore, che porta giocatori solo nei weekend e che spesso arrivano e ripartono in giornata.

John punta sui VIP, su eventi di aziende con gare solo a invito (oggi il club non organizza gare).

Il campo è una perla rara e merita la fascia di mercato più alta. D’altra parte le 40 camere del resort, molto belle ma decisamente poche, portano verso questo tipo di utenza.

Confinante con il Ria Bintan, c’è il Bintan Lagoon Resort, villaggio turistico di 470 ca- mere, moderno ed attrezzatissimo per attività di mare, golf e altri sport, e con un suo attracco per il Ferry di linea diretto per Singapore.

I percorsi da 18 buche, inaugurati a metà degli anni ’90, sono due: uno è disegnato da Jack Nicklaus e l’altro da Jan Baker-Finch.

Il primo è perfetto per il turista medio: largo, poco mosso con green enormi e poche pendenze.

Non che manchino le difficoltà, anzi! Ma il grande ‘Orso d’oro’ sa come posizionarle senza mettere in imbarazzo anche i giocatori meno scafati.

Scenicamente formidabile (non a caso si chiama “Sea View Course”) riempie il cuore soprattutto nelle seconde nove, quasi tutte sull’oceano.

Altra musica per il percorso di Baker-Finch: il vincitore dell’Open Championship 1991 ha disegnato un campo tutto all’interno dell’isola, con pendenze e dislivelli fin troppo importanti, green piccoli e spesso celati dietro a dogleg, collinette e scarpate.

Un percorso complicato e difficile per il giocatore medio, ma che rappresenta una sfi- da affascinante da affrontare.

Disegnato tutto in mezzo alla giungla incontaminata, vi darà sensa- zioni strane: io mi sono sentito un po’ esploratore, anche se il grande resort era lì dietro.

Concludendo Bintan è una isola che merita assolutamente una sosta di qualche giorno: per il mare, per il golf e per la bellezza dei resort.

Se invece sarete a Singapore, ma avrete voglia di giocare, fate come gli abitanti della città: prendete il primo traghetto del mattino, giocate tutto il giorno su uno di questi campi e tornate in serata: ne varrà la pena.

Ma veniteci da marzo a ottobre. I mesi da evitare sono da novembre a febbraio perché piove. E lì, quando piove, piove davvero.


Bitan Island: Gli indirizzi utili

STRUTTURE RICETTIVE

Banyan  Tree   Bintan   Resort Jalan Teluk Berembang, Sebong Lagoi 29155 www.banyantree.com/en/indonesia/bintan reservations-bintan@banyantree.com

Angsana Resort & SPA

Jalan Teluk Berembang, Laguna Bintan, Lagoi 29155 www.angsana.com/en/indonesia/bintan reservations-bintan@angsana.com

Bintan Lagoon Resort

Jl. Indera Segara Site A12, Lagoi, 29155 www.bintanlagoon.com reservations@bintanlagoon.com

I GOLF CLUB

Laguna Golf Bintan

Jalan Teluk Berembang, Langoi 29155 www.lagunagolf.com/bintan proshop@lagunabintan.com

Costo greenfee: 66/80 euro compreso car, caddie, driving range illimitato

Ria Bintan Golf Club Jalan Perigi Raja Lagoi 29152 www.riabintan.com booking@riabintan.com

Costo greenfee: 84/108 euro compreso car, caddie, driving range illimitato

Bintan Lagoon Resort

Jl. Indera Segara Site A12, Lagoi, 29155 www.bintanlagoon.com reservations@bintanlagoon.com

Costo greenfee: 55/66 euro compreso car, caddie, driving range illimitato

TRAGHETTO SINGAPORE – BINTAN

Bintan Resort Ferries

https://www.brf.com.sg – Prenotazioni on line helpdesk@brf.com.sg