Facciamo un bilancio di questa stagione appena finita e, partendo dal settore amateur, è impossibile non ricordare ancora una volta la straordinaria vittoria della Squadra Maschile al Campionato d’Europa disputato in Irlanda. Un successo netto, costruito con grande maturità e determinazione, che sottolinea ancora una volta il valore e la preparazione dei nostri giovani atleti.  Sul fronte femminile, la Squadra Girls ha centrato per il terzo anno consecutivo un meritatissimo podio, consolidando una continuità di rendimento davvero rara nel panorama internazionale.

Accanto ai risultati di squadra, l’intera stagione è stata impreziosita da numerosi successi individuali, sia in campo maschile che femminile, che abbiamo seguito e raccontato con orgoglio mese dopo mese. Questi traguardi testimoniano la profondità e la qualità del nostro vivaio, un patrimonio costruito con metodo e visione.

Una scuola tecnica ai vertici mondiali

I risultati ottenuti, ai quali forse ci stiamo un po’ abituando, non sono casuali ma sono il riflesso di un lavoro tecnico di livello assoluto, che da anni colloca la scuola italiana fra le migliori in Europa e nel mondo.
Storicamente i tecnici italiani hanno sempre saputo formare giocatori di valore mondiale, pur lavorando con numeri molto più contenuti rispetto a molte altre nazioni e, spesso, in condizioni non ideali. Eppure, stagione dopo stagione, questo Paese ha continuato a produrre campioni.

Quanto visto anche quest’anno nei circuiti professionistici ne è una prova ulteriore.

Nel settore maschile è stato raggiunto un risultato storico: 10 giocatori con carta piena nel DP World Tour, un record che certifica la credibilità internazionale del nostro movimento. Nel settore femminile, due giocatrici hanno confermato la carta nel LET e una nel LPGA, mentre altre dieci affronteranno nelle prossime settimane gli stage finali per ottenere un posto e una carta per il 2026.

Questo bilancio più che positivo conferma il valore dei tecnici federali, degli atleti, dei maestri di club, delle famiglie e dei circoli. Una filiera che lavora, investe, si sacrifica e costruisce ogni giorno, spesso nell’ombra, i successi che poi vediamo nelle classifiche internazionali.

In Italia, purtroppo, tendiamo troppo spesso a sottovalutare gli sforzi e la passione con cui tutte queste figure si impegnano per far crescere i propri figli, i propri allievi e i talenti di domani. 

La mia esperienza personale, venticinque anni trascorsi tra raduni, gare, seminari e confronti con i colleghi esteri, mi ha portato a maturare una convinzione profondamente diversa: l’Italia del golf di alto livello è stata, è, e continuerà a essere ai vertici europei e mondiali. Pur non essendo uno sport radicato nel nostro DNA culturale, il golf italiano ha dimostrato di saper crescere campioni riconosciuti e rispettati a livello internazionale. È giunto il momento di smettere di guardare con timore reverenziale ai “cugini” transalpini o ai Paesi nordici: nel golf agonistico europeo l’Italia ricopre un ruolo primario, ben riconosciuto e sempre più apprezzato dalle altre nazioni.

Guardare avanti: investire nei giovani per costruire il futuro

Tutto questo, però, non deve portarci a sederci sugli allori. Al contrario: ora più che mai è fondamentale continuare a investire sul settore giovanile, il vero motore del nostro futuro sportivo. Sono già programmati importanti investimenti infrastrutturali per migliorare ulteriormente le condizioni di allenamento di tutti i nostri atleti. 

Allo stesso tempo, sono in fase avanzata di approvazione nuovi progetti dedicati allo sviluppo giovanile e nuove collaborazioni con organizzazioni internazionali. Iniziative che hanno un obiettivo preciso: mantenere nel mondo del golf sempre più giovani, alimentando il serbatoio che nutre le squadre nazionali, i circoli e l’intero movimento.

La stagione 2025 ci ha confermato che la direzione è quella giusta. Ora il compito è trasformare questi successi in nuovo slancio, perché il 2026 possa essere ancora più ricco di soddisfazioni e nuove prospettive per il golf italiano.