Ah, i numeri. Cosa sarebbe il golf senza di loro? Se siete tra coloro che vanno oltre la semplice previsione del semplice vincitore tra Stati Uniti ed Europa e cercano invece di indovinare anche il punteggio finale di questa edizione, abbiamo alcune chicche per voi. Ovviamente ci riferiamo solo al periodo in cui l’Europa ha iniziato a partecipare alla Ryder Cup, ovvero dall’edizione del 1979 a quella del 2023 al Marco Simone.

I punteggi della sfida

Se partiamo dal punteggio minimo, ovvero un pareggio 14-14, e arriviamo al margine di vittoria più ampio, ossia il 19-9 inflitto dagli americani all’Europa nel 2021 a Whistling Straits – si sono verificati sin’ora 11 differenti punteggi. Di questi, il più frequente è stato 14½ a 13½: sette volte negli ultimi 22 Ryder Cup è stato questo il punteggio finale.

Il secondo punteggio più comune è 16½ a 11½, verificatosi quattro volte. Il 18½ a 9½ si è visto tre volte, incluso due edizioni consecutive vinte dall’Europa nel 2004 a Oakland Hills e nel 2006 al K Club.

Quali sono i due punteggi che non si sono mai verificati dal 1979?
16-12 e 18-10.

Se sommiamo i risultati delle Ryder Cup dal 1979, l’Europa ha totalizzato 312 punti contro i 304 degli Stati Uniti. Quanto è stretto il divario?

La media punti per edizione è: Europa: 14,18 – Stati Uniti 13,82

Ci sono state 111 sessioni giocate dal 1979: l’Europa ne ha vinte 47, gli Stati Uniti 43, 21 i pareggi

Solo una volta una squadra ha vinto tutte e cinque le sessioni: l’Europa nel 2006 al K Club in Irlanda.

Gli americani dominano i singoli con un bilancio di 14-8-1 dal 1979 (nel 1979 ci furono due sessioni di singoli; da allora sempre una sola per edizione).
Ma attenzione: due volte l’Europa ha vinto la Ryder Cup vincendo una sola delle cinque sessioni. È successo nel 2002 e nel 2012, entrambe con grandi prestazioni la domenica:

Nel 2002, al The Belfry, si era 8-8 dopo quattro sessioni. Poi l’Europa ha vinto i singoli 7½ a 4½.

Nel 2012, il famoso Miracolo di Medinah: gli USA conducevano 10-6 dopo il sabato, ma hanno perso i singoli 8½ a 3½. Risultato finale: 14½ a 13½.

Molto si è detto sul fatto che il capitano europeo Luke Donald ha confermato 11 dei 12 giocatori che hanno dominato gli americani 16½ a 11½ a Roma due anni fa.
Ovviamente la reazione è: perché cambiare? Ma Donald, oltre ad essere un brillante leader, ha anche un ottimo senso della storia.

Nel 2004 fece il suo debutto in Ryder Cup come una delle due scelte del capitano Bernhard Langer e concluse con un record di 2 vittorie, 1 sconfitta, 1 pareggio in una netta vittoria per 18½ a 9½.

Nel 2006 al K Club fu logico per il capitano Ian Woosnam mantenere il nucleo: nove giocatori della squadra del 2004 tornarono a giocare in Irlanda: Luke Donald, Paul Casey, Darren Clarke, Sergio Garcia, Padraig Harrington, David Howell, Paul McGinley, Colin Montgomerie e Lee Westwood.
Con l’aggiunta degli svedesi Robert Karlsson e Henrik Stenson e del veterano José María Olazábal, arrivò un altro 18½ a 9½.

Rookie sì o no?

Cosa ci dice la storia sulle squadre che hanno presentato pochi debuttanti?

Ecco i team che dal 1979 a oggi hanno avuto un solo rookie o nessuno e i loro risultati:

1985 Europa – vittoria.

1989 Europa – pareggio, mantenendo la coppa.

1999 USA – vittoria.

2012 Europa – vittoria.

2025 Europa – ?

Quanto è cambiato lo spogliatoio europeo dal 2023 al 2025?

“Ovviamente è praticamente la stessa cosa. Hanno dovuto cambiare solo un’iniziale sul nome,” ha detto Rasmus Højgaard, con una battuta piuttosto arguta.

Suo fratello gemello, Nicolai, ha debuttato in Ryder Cup nel 2023, portando mezzo punto in tre match giocati.

“Entrare in squadra è stato abbastanza semplice,” ha detto Rasmus, oggi 58° nel ranking mondiale (Nicolai è 85°). “Mi chiamano ‘Nicolai’ praticamente metà del tempo, ma l’esperienza a Roma al fianco di mio fratello e del team mi ha aiutato a conoscere meglio i ragazzi.”

Grazie a un ottimo finale di stagione il danese si è meritatamente conquistato il diritto questa volta non semplicemente di assistere alla Ryder ma di giocarla.

Dopo un 16° posto all’Open Championship a Portrush a luglio, Rasmus ha ottenuto un 2°, un 13° e infine un altro 2° all’Omega European Masters, qualificandosi di diritto nel team di Donald.