Nel mondo del golf, ogni trionfo è un traguardo ma alcuni sono vere e proprie montagne. E per Rory McIlroy, vincere il Masters è stato come scalare l’Everest.
Adesso, però, è uno strano momento per il campione nordirlandese che sembra aver perso la bussola.
Durante la conferenza stampa pre-U.S. Open a Oakmont, McIlroy ha infatti ammesso candidamente di essere ancora in una sorta di limbo emotivo. Da un lato, il ricordo fresco e glorioso della vittoria ad Augusta, che gli ha permesso di completare il tanto agognato Grande Slam. Dall’altro, una forma recente tutt’altro che brillante e una motivazione che sembra essersi presa una pausa.
È facile sognare l’ultimo putt che entra al Masters, ma nessuno ti prepara a quello che succede dopo
Dopo un decennio a inseguire quella Giacca Verde, è comprensibile che McIlroy abbia rallentato. Ma il golf, e soprattutto la concorrenza, non aspetta. In queste ultime settimane, Rory è apparso scarico. Al PGA Championship è stato anonimo, all’RBC Canadian Open addirittura disastroso, registrando la sua seconda peggior prestazione statistica in carriera.
Alla domanda su un piano per questa nuova fase della sua carriera, la risposta è stata sorprendentemente vaga: “Non ne ho idea. Sto vivendo torneo per torneo.”
Il driver, la chiave smarrita del suo gioco
Una delle incognite principali riguarda il suo driver, l’arma che per anni ha definito il suo dominio sui campi. Dopo che il suo modello preferito è stato bocciato in un controllo CT al PGA Championship, McIlroy ha provato soluzioni temporanee ma tutte con risultati deludenti. Meno del 50% di fairway centrati e taglio mancato.
A Oakmont, promette di aver finalmente trovato il setup giusto. Ma reggerà sotto pressione?
Nel frattempo, la scena del golf ha come sempre un solo protagonista: Scottie Scheffler. Rinato dopo i problemi alla mano, l’americano ha dominato con tre vittorie nette negli ultimi tornei, tra cui il PGA e il Memorial. La sua ascesa ha oscurato la narrazione intorno a McIlroy, trasformando un’ipotetica cavalcata trionfale in un cammino incerto.
Per Rory, la vera battaglia sembra essere dentro di sé. Ha già raggiunto la vetta, ma cosa lo motiva ora a continuare a scalare? Dopo anni a guardare solo Augusta, serve un nuovo obiettivo
Il nordirlandese non ha mai nascosto il desiderio di essere ricordato come il più grande golfista europeo di sempre. Con cinque major in bacheca, è già al pari di Seve Ballesteros e a uno solo da Sir Nick Faldo. Vincere a Oakmont, un tempio del golf dove hanno trionfato leggende come Nicklaus, Hogan e Miller, avrebbe un sapore speciale.
C’è anche la Ryder Cup in trasferta all’orizzonte, e un sogno olimpico ancora lontano. Ma per il presente, c’è solo Oakmont. E un Rory in cerca di risposte.
“È bello vedere il lavoro ripagato,” ha concluso McIlroy. “Ma a un certo punto devi renderti conto che c’è ancora un po’ di golf da giocare quest’anno.”
Ed è lì, tra il passato che ancora brilla e un futuro tutto da scrivere, che si gioca il prossimo capitolo della leggenda di Rory McIlroy.
