Ciao “Miglio”, possiamo ancora essere amici adesso che sei un “Tournament Winner”?

Figurati Belli, adesso possiamo essere Super Amici, ti va?

Questo mi fa piacere ma parliamo subito della vittoria in Kenya, pugno sul petto e sempre all’attacco…

Sì, pugno sul petto, marchio di fabbrica che ho preso da uno dei miei idoli Ian Poulter. C’era un misto di cuore e cattiveria e la consapevolezza che fisicamente avrei retto fino alla fine. Ho tenuto la concentrazione, come si dice adesso “sono stato sul pezzo”.

Hai dichiarato che lo stress è tuo amico. Cosa si accende nella testa quando sei sotto pressione?

Più le cose si fanno toste più mi sento a mio agio. La sfida funziona per me, mi carica e dover affrontare un ostacolo mi sprona a dimostrare qualcosa in più. Mi piace la pressione, più ne ho, meglio gioco.

A questo punto la prossima volta vengo a seguirti da vicino e inizio a disturbarti mentre giochi. Se vuoi stress, basta chiedere…

Nessun problema (ride), venite in quanti volete. I fattori esterni mi “gasano”, non mi disturbano affatto.

L’anno scorso già vincevi sul circuito dell’Alps Tour. Conquistare il torneo è un’attitudine o sul Tour maggiore ci sono delle differenze?

Vincere è sempre stato un mio obiettivo. Non vado mai in campo per battere qualcuno ma per dimostrare a me stesso che posso farcela. Mi piace alzare l’asticella e vedere se posso superare i miei record di volta in volta. Pensavo semplicemente di mantenere la carta quest’anno, non mi immaginavo la prima vittoria, l’esenzione per il 2020 e la partecipazione alle Rolex Series.

Al Maybank Championship, gara dopo la tua vittoria, ti ha fermato Ernie Els per parlare. Io sarei svenuto sul colpo!

Sì, è stata una sorpresa finito il secondo giro. Al bar dell’albergo c’era “Big Easy” con i suoi amici. Sono passato e l’ho guardato come se vedessi le modelle di Victoria Secret! Mi ha detto: “Siediti qui, parlami del tuo colpo della 18 quando hai vinto”. Io ho risposto qualcosa, non ricordo, alla fine volevo dirgli “Ernie ti amo” e scappare.

Cosa succede quando si vince? Cosa cambia? (A parte il fatto di offrirmi una cena)

Per la cena quando vuoi ed è giusto così. Cambiano tante cose, dal rilasciare molte interviste, al rapporto con i fan che si fa più stretto, ma la cosa che mi ha stupito di più è stata la reazione dei miei colleghi. Quando sono arrivato in campo pratica il martedì dopo in Malesia sono venuti tutti a stringermi la mano. È stato pazzesco perché molti di loro, per me, sono mostri sacri del golf mondiale che guardo in televisione. Tutto questo mi ha reso felice e orgoglioso. Ma c’è ancora tanto da scoprire, appena ho news ti aggiorno.

Quanti SMS, telefonate e post sui social hai ricevuto?

Tantissimi messaggi, mi devo scusare con qualcuno perché non sono riuscito a rispondere a tutti. Un po’ per colpa della linea telefonica, un po’ per il tempo che ho trascorso con i media e gli sponsor. Sai, il protocollo….

I fan ti hanno strappato dalle mani anche gli indumenti che dovevi portare in lavanderia…

Sì, che ridere, non sapevo più cosa fare. Ma sono contento per i ragazzi del Kenya, erano felicissimi di portare a casa qualcosa in ricordo della gara e della vittoria. Forse i calzini potevo tenerli però, son dovuto andare a ricomprarli in un negozio in Malesia.

Sei un Sex Symbol, lo sai? Tutto ok con le donne? Sei fidanzato quindi saltiamo la domanda?

È qui a fianco a me, si chiama Marta.

Miglio, comunichi molto bene. Arrivi alla gente. Comunicare è un dovere o un piacere che ti viene d’istinto?

Per me è naturale, gioco emotivamente e in maniera spontanea. Questa cosa traspare e diventa comunicazione. Andrò avanti così ma credo che la spinta a voler vincere sempre e tentare il tutto per tutto sia la forma di comunicazione più diretta che io possa esprimere. Ti piace come risposta?

Molto! Non ti ferma più nessuno, io no di certo. Guido, perché ti piace giocare a golf?

Perché sono un tipo sfidante. Essere un po’ sfacciati nel golf fa risultare tutto più divertente.

Con chi hai legato sul Tour, c’è qualcosa che ti spaventa?

Sono molto amico di Pablo Larrazábal, mi sta aiutando a uscire dal momento “pivellino”. Suo fratello mi ha dato poi un esercizio sul putt che ho sfruttato in Kenya. Credo di dovergli pagare una birra visto che ha funzionato alla grande. Non mi spaventa nulla, devo solo imparare a gestire viaggi e alimentazione, il resto va alla grande.

Gli sponsor si fanno sentire di più?

Parlo con il mio manager, Modest Golf, fra poco, pare ci siano delle novità. Anche in questo Pablo mi ha spiegato cosa di solito accade dopo una vittoria sul Tour. Posso dire poco ora ma prometto che vi terrò aggiornati. E se entrano gli sponsor giusti ti pago la cena al volo!

Miglio è il tuo momento, fatti una domanda e datti una risposta.

“Guido dove vuoi arrivare”, per la risposta dico: “In alto”.

Una volta mi hai detto: “Se mi vedi giocare in sicurezza sulla 18 del Masters all’ultimo giro fammi smettere di giocare a golf”. Posso dirti che per una giacca verde per me puoi anche puttare dal tee di partenza se dovesse servire…

Sto guardando la giacca rossa del Kenya con mia sorella (ride), lei mi dice che diventerà verde. E se non dovesse accadere mia nonna ne preparerà subito una lo stesso.

Grazie Miglio, grazie per lo show.

Figurati Belli, faremo casino ancora per un po’. Fammi solo dedicare la vittoria a mio nonno, appena ho preso la carta è mancato. E poi a Teodoro Soldati, che da lassù veglia su tutti noi e anche sui miei colpi in campo. È stato un avversario enorme e una grande persona, gli voglio bene.