Domenica scorsa Rory McIlroy è diventato per la settima volta il numero uno d’Europa, sollevando l’Harry Vardon Trophy addirittura per la quarta stagione consecutiva.
Il prossimo anno andrà a caccia del record assoluto di Collin Montgomerie, fermo a otto (sette consecutivi tra il 1993 e il 1999, e l’ultimo nel 2005). Lo scozzese detiene anche il maggior numero di successi ottenuti da un giocatore britannico nella storia del DP World Tour, 31.
Riercorriamo qui di seguito le sette stagioni d’oro della carriera di Rory McIlroy:
2012
McIlroy era già arrivato secondo due volte nella Race to Dubai, nel 2009 e nel 2011, quando venne superato da una stagione straordinaria di Luke Donald, capace di tre vittorie, due secondi posti e altri cinque piazzamenti nei Top 10 in sole 13 partecipazioni.
Nel 2012, però, nessuno riuscì a fermarlo: dopo aver iniziato la stagione con quattro Top 5 – due nei World Golf Championships – McIlroy non uscì mai dai primi sei nella classifica stagionale.
Il suo secondo major, il PGA Championship, lo riportò in testa dopo un’estate non brillante. Dopo il “Miracolo di Medinah” in Ryder Cup il nordirlandese ottenne due Top 3 in Asia a cui seguì il primo dei suoi tre titoli al DP World Tour Championship.
2014
McIlroy ha recentemente dichiarato che il 2025 è stato il miglior anno della sua carriera ma anche il 2014 non è stato da meno.
Quell’anno iniziò con due Top 10 consecutivi nel Desert Swing e poi ottenne l’allora miglior risultato al Masters, un ottavo posto – in un torneo che sarebbe presto diventato il suo Santo Graal.
La vittoria nel BMW PGA Championship diede ulteriore impulso alla sua stagione, ma tra luglio e agosto dimostrò non solo di essere il numero 1 del mondo ma anche un talento assoluto della sua generazione.
La terza vittoria in un major all’Open Championship al Royal Liverpool, lo lasciò a un passo dal Career Grand Slam (gli mancava solo il Masters), e due settimane dopo vinse il WGC-Bridgestone Invitational.
La settimana successiva conquistò addirittura il secondo PGA Championship. Tre vittorie in altrettanti tornei in quattro settimane lo proiettarono nella leggenda.
Seguì poi a settembre la terza Ryder Cup consecutiva con la vittoria a Gleaegles e due secondi posti in Scozia e Dubai, in un momento in cui McIlroy era al massimo della forma.
2015
La stagione 2015 non fu straripante come quella del 2014 ma portò comunque tre vittorie e il terzo Harry Vardon Trophy in quattro anni, con McIlroy che trascorse gran parte della stagione da numero 1 del World Ranking.
L’ormai consueto ottimo inizio di stagione portò la seconda vittoria nel Dubai Desert Classic e, dopo un quarto posto al Masters nella sua prima vera occasione di completare il Grand Slam, arrivò il trionfo al WGC-Cadillac Match Play.
Il mese di maggio fu contraddistinto da due importanti tagli mancati, a Wentworth e nel torneo di casa, ma poi arrivò il peggio: Rory si infortunò alla caviglia giocando a calcio e saltò la difesa del titolo all’Open Championship.
Arrivati al gran finale di stagione a Dubai, la lotta con Danny Willett fu così serrata che chi avesse semplicemente fatto meglio dell’altro si sarebbe portato a casa il titolo. McIlroy mantenne il sangue freddo e conquistò il DP World Tour Championship per la seconda volta in carriera.
2022
Sembra incredibile ma Rory da allora vinse soltanto altri due tornei del DP World Tour nei successivi sette anni. Sebbene nel 2022 non asollevò alcun trofeo la sua costanza di rendimento lo portò al terzo posto assoluto tra i vincitori della Race to Dubai.
Il 12º posto ad Abu Dhabi sarebbe stato il suo unico risultato fuori dalla Top 10 in dieci tornei del DP World Tour giocati quell’anno, seguito da un Top 3 a Dubai.
Nei major arrivò 2° al Masters, 8° al PGA Championship, 5° allo U.S. Open e 3° al The Open, prima di un altro secondo posto a Wentworth.
Due quarti posti in Italia e in Scozia lo riportarono in vetta al World Ranking, e nonostante Ryan Fox fosse molto vicino a lui come punti prima del DP World Tour Championship, un altro quarto posto nel torneo conclusivo gli fu sufficiente per contenere il neozelandese.
2023
Se nel 2022 la costanza fu la chiave del successo nell’ordine di merito europeo, nel 2023 Rory tornò straripante e spettacolare, dominando sin dall’inizio la scena.
Una prima vittoria nelle Rolex Series a Dubai fu seguita da una semifinale al WGC-Dell Match Play, e da lì McIlroy non lasciò più la vetta della Race to Dubai.
Mancò il taglio al Masters e finì settimo al PGA Championship, prima di sfiorare la fine del suo digiuno nei major chiudendo secondo lo U.S. Open per un solo colpo.
Uno splendido finale gli assicurò un’altra vittoria nelle Rolex Series al Genesis Scottish Open, poi chiuse 6° The Open, 16º l’Irish e settimo il BMW PGA Championship a Wentworth.
Fu poi chiave nel Team Europe per riconquistare la Ryder Cup al Marco Simone con la sua miglior prestazione di sempre nella biennale sfida e già prima del 22° posto nel DP World Tour Championship aveva sigillato il suo quinto successo nella Race to Dubai.
2024
Solo Oosterhuis, Ballesteros e Montgomerie avevano vinto l’Harry Vardon Trophy per tre anni consecutivi nell’era del DP World Tour (dal 1972, ndr), ma McIlroy si unì a loro con una stagione magistrale.
Dopo un secondo posto dietro Tommy Fleetwood al Dubai Invitational, vinse di nuovo il Dubai Desert Classic e tornò in testa al Ranking della Race to Dubai, posizione che non lasciò più sino alla fine dell’anno.
Buoni risultati al Masters e al PGA Championship furono seguiti dalla delusione dello U.S. Open, dove due corti putt sbagliati nel finale gli costarono un major che sembra ormai certo.
Un taglio mancato al The Open fu compensato dai Top 5 al Genesis Scottish Open e ai Giochi Olimpici di Parigi. Poi arrivò il secondo posto per un colpo all’Amgen Irish Open e la sconfitta al play-off nel BMW PGA Championship in due settimane consecutive.
Il terzo posto all’Abu Dhabi HSBC Championship gli consegnò un largo vantaggio verso il finale di stagione, e completò la “doppietta di Dubai” eguagliando i sei titoli stagionali di Ballesteros.
2025
Erano passati quasi 11 anni dall’ultimo major vinto da Rory, ma nel 2025 tutte le tensioni e aspettative esplosero in modo spettacolare.
Il quarto posto al Hero Dubai Desert Classic fu deludente secondo i suoi standard, ma due vittorie sul PGA TOUR lo portarono al Masters pieno di fiducia.
La vittoria in play-off contro l’amico Justin Rose gli regalò finalmente il quinto major e soprattutto l’unico che gli mancava, completando così il Career Grand Slam. Da quel momento il resto del 2025 è parso quasi un lungo giro d’onore per celebrare la sua grandezza.
Non tolse comunque il piede dall’acceleratore: dopo risultati non brillantissimi nel PGA Championship e nello U.S. Open, è giunto secondo nel Genesis Scottish Open e poi ha ottenuto una Top 10 all’Open Championship giocato a Royal Portrush, nella sua Irlanda.
All’Amgen Irish Open un’altra esultanza alla Rory, con l’eagle all’ultima buca per forzare il play-off che poi si è aggiudicato. Da lì è seguita la storica cavalcata della Ryder Cup di Bethpage in cui gli europei hanno superato un pubblico ostile e la voglia di rimonta americana, vincendo in suolo americano.
La straordinaria stagione da tre vittorie di Marco Penge ha mantenuto viva la Race to Dubai, ma il 3° posto di Rory ad Abu Dhabi e il secondo a Dubai dietro a Fleetwood gli hanno consegnato il titolo di numero uno europeo per la quarta volta consecutiva, un’impresa riuscita in precedenza soltanto a Montgomerie.