Dopo che il mese scorso uno dei componenti del Team USA di Ryder Cup a Bethpage, Harris English, aveva parlato della possibilità in futuro di un calendario del PGA Tour composto da soli 20 tornei, si è cercato di capire meglio i meccanismi e la visione di Brian Rolapp, il nuovo CEO del più importante circuito professionistico di golf al mondo.
Una delle figure che svolge un ruolo fondamentale nelle discussioni che stanno animando queste settimane è Tiger Woods, che presiede il Future Competitions Committee, organo incaricato di esplorare eventuali cambiamenti nella gestione e organizzazione dei tornei del PGA Tour.
Martedì scorso all’Hero World Challenge, Tiger ha spiegato perché una revisione del calendario sia necessaria per la salute futura del tour.
“Stiamo cercando di offrire ai tifosi il miglior prodotto possibile, e se ci riusciamo penso che potremo dare di più anche ai giocatori che hanno quote nel tour – ha affermato Woods alle Bahamas -. Quindi il vantaggio economico potrebbe essere fantastico per tutti i soggetti coinvolti”.
Come riportato da Golf Digest, alcuni dei punti principali del nuovo ipotetico calendario del PGA Tour includerebbero un inizio di stagione più tardivo, subito prima o dopo il Super Bowl per evitare di competere con i playoff della NFL, l’eliminazione della trasferta alle Hawaii, un sistema a due livelli e una maggiore sovrapposizione con il DP World Tour negli eventi co-sanzionati.
Un cambiamento necessario
Le ragioni di questo cambiamento sono complesse. Rolapp ha insistito sul concetto di scarsità, e l’idea che il calendario del PGA Tour sia troppo affollato non è nuova. Inoltre, il gruppo di investimento privato del circuito, lo Strategic Sports Group, punta a recuperare i finanziamenti, soprattutto se il Public Investment Fund dell’Arabia Saudita e i suoi 1,5 miliardi di dollari non faranno più parte del futuro del tour, e una delle strade per ottenerlo sarebbe ridurre il numero di eventi.
Woods non è entrato nei dettagli durante la conferenza stampa, limitandosi a menzionare che il comitato ha esaminato numerosi concetti.
“Stiamo cercando di capire quale sia il miglior calendario possibile per creare i migliori field, avere la massima audience e anche la maggiore partecipazione di pubblico. Gran parte di questo, come sapete è uno dei motivi per cui smettemmo di giocare a settembre e ottobre e anche all’inizio di novembre, quando agli inizi giocavo il Tour Championship: c’è quella cosa con lo ‘scudo’ (la NFL, la lega di football americano, ndr) che è molto influente negli Stati Uniti. Stiamo considerando varie tempistiche di inizio e fine, diversi punti focali dell’anno e come potrebbero apparire.
Abbiamo giocatori e dirigenti incredibilmente intelligenti, alcuni idi loro hanno contribuito a importanti cambiamenti in altri sport. Cercando di mettere insieme tutto, con la leadership e la guida di Brian Rolapp, stiamo cercando di implementare queste idee. Desideriamo creare un prodotto in cui i giocatori vogliano essere coinvolti e di cui saranno entusiasti, e che sia i fan che i nostri sponsor vedano come qualcosa di decisamente migliore rispetto a prima”.
Gli ostacoli
Ci sono però numerosi ostacoli da affrontare prima di considerare eventuali cambiamenti: soddisfare gli accordi mediatici esistenti mentre se ne negoziano di nuovi, collaborare con gli sponsor dei tornei (specialmente quelli che potrebbero vedere i loro eventi declassati), il fatto che Rolapp sia nuovo nel settore e la minaccia costante del LIV. Woods ha detto che il comitato non lavora in isolamento, cercando di consultare chiunque possa essere coinvolto o influenzato.
“Abbiamo avuto tre riunioni diverse nell’ultimo periodo e ne abbiamo un’altra in arrivo. Abbiamo smontato e analizzato moltissimi modelli – ha specificato Tiger -. “Abbiamo parlato con gli sponsor principali, con i direttori marketing, con i direttori dei tornei, con i partner media, con ogni persona coinvolta e abbiamo raccolto tutto ciò che vorrebbero vedere in un nuovo format.
“Poi tocca a noi del comitato cercare di mettere tutto insieme e farlo funzionare, mantenendo informati i giocatori su ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro. E vogliamo anche le loro opinioni. Siamo molto trasparenti su tutto questo. Sono sempre stato chiaro in questo processo: serve trasparenza. Stiamo lavorando per qualcosa di fantastico sia i fan che per i giocatori. Come ho detto, potrebbe essere un vantaggio economico importante per tutti”.
Dato il numero di parti in causa, inevitabilmente ci saranno risentimenti ed ego feriti. Woods, pur sottolineando che molte voci sono coinvolte, ha riconosciuto l’ovvi”o: qualcuno non sarà felice.
“A dire il vero siamo partiti da una pagina bianca, chiedendoci: Quale sarebbe il miglior prodotto possibile?” Quindi prendi un foglio bianco e inizi a buttare giù delle idee, e te ne ritrovi un migliaio sulla lavagna. Poi aggiungi tutto ciò che abbiamo raccolto dalle persone intervistate e lo metti lassù. Poi iniziamo a parlare ai giocatori: cosa vorrebbero vedere, come possono funzionare promozioni e retrocessioni, come possiamo aumentare la loro partecipazione azionaria. Sono tutti elementi che cerchiamo di includere e di modificare in meglio. Sì, qualche uova si romperà, ma alla fine avremo un prodotto decisamente migliore di quello attuale per tutti”.
Le tempistiche: si parte con il 2027?
Quando English parlò il mese scorso, disse che i cambiamenti potrebbero già essere introdotte nel 2027. Per molti dei principali media di settore questa tempistica sembrava però ambiziosa. Lo stesso Tiger ha parlato di cambiamenti nel ’27–’28; quando gli è stato chiesto se il 2027 fosse una data possibile, Woods ha semplicemente risposto che il gruppo di lavoro sta cercando di lavorare con quel obiettivo.
“Stiamo cercando di farlo nel miglior modo possibile, così da poter introdurre tutto nel ’27. Speriamo di riuscirci. Stiamo lavorando con tutti i nostri partner per creare il miglior calendario e prodotto possibile per quella stagione. Non so se ci arriveremo, ma è ciò che stiamo cercando di fare in questo momento”.
Tiger, che sembra ancoraa lontano da un ritorno al golf giocato dopo l’ultimo intervento chirurgico, ha spiegato perché ha scelto di aiutare Rolapp nella ridefinizione del futuro del tour.
“Il PGA Tour mi ha dato l’opportunità di realizzare un sogno d’infanzia. Ho giocato il mio primo colpo in un torneo del PGA Tour a 16 anni – ha ricordato Tiger -. Sono passati 33 anni, ma da allora sono sempre stato coinvolto con il tour. Un ragazzino di Cypress, in California, cresciuto su un campo par 3, ha avuto la possibilità di giocare contro i migliori del mondo e diventare il numero uno.
Ho avuto l’opportunità di essere coinvolto in molte attività di questo circuito. Ora questa è un’occasione diversa per lasciare un segno. L’ho fatto con i miei bastoni, con qualche putt, e ci sono riuscito. Ora posso contribuire in un modo diverso, per le generazioni future. Non solo a quelle contro cui ho giocato, ma a quelle di domani, come un sedicenne che cerca un posto dove giocare”.
Fonte Golf Digest
Tiger Woods: "Il PGA Tour deve cambiare"