Mutuamo dal ciclismo, aprofittando del Tour de France, gruppo compatto, definizione che ben si adatta al termine della prima giornata di The Open. Il percorso di Portrush non ha punito eccessivamente i giocatori e oltre 30 hanno terminato la prima giornata sotto il par.

Il vento ha soffiato in modo lieve e il clima nordirlandese si è fatto vivo per una ventina di minuti con pioggia e vento. Così per portare a casa un buon punteggio è stato sufficiente puttare bene e adattarsi alle condizioni, come aveva indicato Edoardo Molinari.

Dopo le prime 18 buche cinque giocatori si trovano appaiati al comando a quota -4. Haotong Li è stato l’unico a consegnare una score senza bogey. 67 colpi frutto di quattro birdie. Con lui Jacob Skov Olesen, Christiaan Bezuidenhout, Harris English e Matt Fitzpatrick.

Il gruppo però è compatto a The Open

Non solo cinque al comando a riempire la parte alta del leaderboard. A un colpi, quota -3, Sadom Kaewkanjana, Matthew Jordan, Tyrrell Hatton e soprattutto Scottie Scheffler, autore di uno dei colpi più belli della giornata alla buca 16, par tre chilometrico al quale ha messo palla a poco più di un metro dalla buca.

Il gruppone a 69 colpi conta ben 10 giocatori. Tra loro i fratelli Hojgaard, Rickie Fowler e, per restare in tema Ryder (d’altri tempi), Phil Mickelson, Justin Rose e Lee Westwood.

E rory?

Dopo il bogey alla buca uno, fairway sbagliato, green e tre putt, il nordirlandese pareva aver trovato il giusto ritmo. Tre birdie prima del giro di boa e altro colpo guadagnato alla 10. Quando era a ridosso della vetta però Rory ha riproposto la brutta versione di sè: bogey 11, 12 e 14 e ritorno al par. Grave il colpo perso alla buca 12, par cinque: dopo aver centrato il bunker con il tee shot ha rimesso palla in fairway cogliendo il green in GIR. Poi però, ancora una volta tre putt. Poi il birdie alla 17 per riportare lo score sotto il par al 20° posto. Quattro bogey in un giro sono troppi in una giornata così per ambire ad essere protagonista, però sappiamo come il suo rapporto con Portrush non sia idilliaco.

Gli azzurri

I tre alfieri non sono arrivati in super forma all’ultimo major. Francesco Molinari ha messo in campo tutta la sua esperienza. Ha giocato con grande accortezza sfruttando poco le occasioni nelle prime buche. Tre bogey nel suo score e due birdie. Un colpo sopra il par e 45° posto, nel secondo giro non si può sbagliare. Dovrà invece risalire la classifica Matteo Manassero che forse ha pagato la difficoltà di adattamento iniziale. Tre bogey nelle prime sei buche ma un parziale di -1 nelle seguenti 12, tutt’altro che semplici, senza nessun altro bogey. Purtroppo, invece il torneo sembra finito per Guido Migliozzi in periodo decisamente no. Nella seconda giornata partirà all’alba, 7:46 con condizioni che dovrebbero essere perfette. Il puteggio di +6 (134° posto) però fa pensare che non sarà sufficiente neanche un miracolo per passare il taglio.

La seconda giornata potrebbe essere simile alla prima tappa pirenaica del Tour de France. Sulle due ruote abbiamo visto Tadej Pogačar scattare, vincere e mettere in chiaro che è lui l’uomo da battere. Noi aspetteremo lo scatto di Scottie e Rory per capire se anche il golf avrà il suo “cannibale”.