Troppo superiori. Nel gioco, nella strategia, nel talento, nello spirito di squadra, nel saper gestire i pochi, pochissimi monenti di difficoltà. Nel essere un’unica entità, solida come un macigno, capace di alimentarsi con i colpi di genio di ogni suo singolo spettacolare solista. Qualcosa che gli Stati Uniti possono sognare, distanti anni luce.

In una sola parola, ingiocabili.

L’Europa ha letteralmente asfaltato nei fourball del sabato pomeriggio gli Stati Uniti in una sessione che passerà alla storia come una delle migliori mai giocate dal Vecchio Continente. E non parliamo solo delle edizioni giocate in terra americana, ma in assoluto.

Trovare un nome in un pomeriggio come quello vissuto sabato a Bethpage è ingiusto se non impossibile. Tutti e otto i giocatori scelti da capitan Luke Donald per tenere la barra dritta verso l’obiettivo dopo l’ennesima sessione di foursome vinta hanno avuto il merito di tirare fuori il meglio e oltre del loro repertorio, placando ben presto le grida e le inutili provocazioni dei fan americani, ultimo appiglio di una Ryder che velocemente sta scappando dalle mani dei padroni di casa e che sempre più prende la forma di una disfatta epica.

Ma è impossibile non citare un uomo che oggi ha lasciato tutti, ancora una volta, a bocca aperta: Justin Rose. Feroce, implacabile, assolutamente perfetto nella gestione della gara e dell’ambiente, autore di una delle migliori prestazioni mai viste in Ryder. E tutto a 45 anni compiuti, alla ottava Ryder in carriera e sull’onda di un’annata strepitosa che lo certifica tra gli immortali dell’eterma sfida Europa-Stati Uniti.

Più forti degli insulti e dei tristi e disperati tentativi degli americani di innervosire i ragazzi di Donald. Ci ha provato Greg Bodine, caddie di DeChambeau, quando alla 17 ha fatto spazientire Rose muovendosi verso la sua linea di gioco durante la routine pre putt per il birdie. Birdie dell’inglese dopo aver messo al suo posto il caddie e risposta di DeChambeau, che ha rivolto poi sguardi e parole non al miele a Rose facendo salire la tensione alle stelle.

Ultimo, triste e inutile tentativo degli americani, sull’orlo del baratro di una sconfitta pesantissima.

Alla fine della seconda giornata il tabellone dice perentorio: Europa 11.5 – Stati Uniti 4.5

Non era mai successo nella storia della Ryder Cup da quando nel 1979 il Vecchio Continente ha iniziato a disputare la sfida con gli americani.

Un punteggio che lascia a Bradley e il suo team nessun margine di errore nei singoli di domenica. Agli europei basteranno la miseria di 2 punti e mezzo per sollevare dopo 13 anni la coppa d’oro in terra americana.

Un risultato tanto perentorio come quello a cui abbiamo assistito va al di là di ogni più rosea aspettativa. Ma del resto, il campo ha confermato quanto il Marco Simone aveva ampiamente sentenziato. L’Europa golfistica oggi viaggia su un altro livello rispetto agli Stati Uniti, e non c’è World Ranking o tifo avverso che tenga.

Questi i risultati dei fourball di sabato 27 settembre della 45esima Ryder Cup

I Foursome del mattino di sabato 27

di Andrea Ronchi

Anche la Ryder Cup 2025 potrebbe avere la propria chiave di volta nel foursome. A Roma gli incontri di coppia a colpi alternati videro gli europei infliggere due pesanti parziale, 4 a 0 e 3 a 1, agli statunitensi. A New York, anche nella mattina della seconda giornata, il leaderboard è stato a tinte azzurre. Gli uomini di Donald hanno bissato il 3 a 1 della giornata d’apertura portandosi sul 8,5 a 3,5.
Nel match d’apertura DeChambeau e Young sono stati semplicemente troppo per Fitzpatrick e Åberg. A partire dalla buca 7 i due statunitensi hanno realizzato ben cinque birdie in sei buche facendo passare il match da pari a 3up. Nulla da fare per i nostri che si sono arresi alla buca 16 (4&2).

Per contro Mcilroy e Fleetwood hanno fatto trascorrere a English e Morikawa un paio d’ore da incubo. Alla partenza con birdie degli americani sono seguiti ben quattro colpi guadagnati al campo e tre punti, nelle sucessive quattro buche. I tremendi colpi dei britannici hanno stordito i giocatori a Stelle e Strisce che hanno provato a reagire mettendo ottime palle in asta, ma hanno subito la puntuale e annichilente risposta dei nostri a ogni colpo. Il calo di tensione dalla buca 14 è stato solo motivo di rimanere in campo qualche decina di minuti in più. Incontro finito 3&2.

Quello tra Rahm e Hatton contro Cantlay e Schauffele è stato uno degli incontri con i maggiori colpi di scena. Cantlay ha visto passare sul bordo della buca più di un putt mentre  sul fronte europeo Rahm ha dovuto trascinare in più di un’occasione un Hatton un po’ troppo falloso. Dello spagnolo il colpo del giorno: un approccio imbucato alla buca 8 con pallina più alta dei piedi (in bunker) e bastone impugnato corto. Per contro Hatton ha imbucato diversi putt fondamentali per tenere a distanza gli statunitensi. (3&2).

L’ultimo match del poker mattutino è stato il più equilibrato. Sul fronte americano merito di Scheffler, non a caso numero uno al mondo, che ha dato spettacolo rendendo la vita più facile a Henley (a parte alla 18!). Per contro MacIntyre e Hovland hanno dato prova di carattere lottando su ogni colpo, mostrando grande spirito corporativo con pezze agli errori del compagno. In vantaggio sin dalla seconda buca gli europei sono stati raggiunti alla 13 ma subito MacIntyre ha reagito stampando palla in asta alla 14, par 3, fornendo al compagno l’occasione di concretizzare e riportare in azzurro il match. Bob ha imbucato anche il putt per rimanere in vantaggio alla buca seguente dopo una mezza flappa di Hovland con il putt dal collar. I salvataggi “tutto carattere” hanno permesso ai nostri di vincere all’ultima buca (1up) portando a casa il terzo punto del mattino.

Ryder cup, perché i foursome sono nel segno di Molinari?

Le vittorie europee nei foursome, (13 su 16 incontri tra Roma e New York) non possono essere un caso. Per imporsi in questo delicata tipologia di gara, dove un colpo errato può compromettere quanto di buono fatto dal compagno, le qualità tecniche non sono sufficienti. In campo si affrontano 16 tra i migliori giocatori al mondo, così il fattore determinante diventa l’intesa. Il feeling caratteriale non è sufficiente. Servono caratteristiche di gioco che si integrino e strategia corretta. Insomma, la cura dei dettagli nella scelta degli accoppiamenti, le prove (che partono molti mesi prima dell’evento) e il come giocare il campo detereminano la vittoria. Ecco, questi aspetti fanno tutti parte dell’apporto di Edoardo Molinari, non a caso spesso a fianco di Luke Donald.