Le dure accuse rivolte all’Arabia Saudita, ma anche al PGA Tour, costano molto care a Phil Mickelson. Lefty non aveva risparmiato critiche alla Superlega ma neanche al PGA Tour. Le sue scuse non hanno sortito l’effetto sperato. Così, dapprima hanno deciso di interrompere ogni rapporto di collaborazione con lo statunitense i suoi sponsor, KPMG, Workday e Amstel Light. Poi il suo sponsor tecnico, Callaway Golf, ha deciso di “mettere in pausa” la collaborazione promettendosi di rivalutare il rapporto con il mancino di San Diego a fine stagione. Callaway ha precisato di non avere intenzione di perdonare i commenti di Mickelson e di essere profondamente delusa per la scelta delle sue parole. “S’è scusato e rammaricato, e in questo momento abbiamo deciso di sospendere la nostra collaborazione e rivalutare il nostro rapporto in futuro”. E pensare che nel 2017, Callaway – partner storico di Mickelson – aveva deciso di prolungare il contratto con il campione fino al termine della sua carriera da giocatore.

Ora, altra tegola. Il PGA Tour ha preso le distanze da Lefty che non sarà più l’ambasciatore del The American Express. Non solo. La sua fondazione non farà più parte dell’evento.

Davvero un colpo duro per l’uomo da sempre di punta e immagine del PGA Tour dove ha vinto 45 tornei e 6 Major.