Keith Pelley e tutto l’European Tour hanno dovuto inghiottire un boccone amaro. Il CEO del circuito europeo ha tentato di difendere i suoi giocatori davanti all’imminente ripresa delle gare americane. Dal Charles Schwab Challenge che comincia giovedì 11, si distribuiranno infatti subito punti per l’Official World Golf Ranking (OWGR). E l’European Tour invece resta fermo al palo fino al 22 luglio, quando inizieranno le sei gare dello UK Swing, con il British Masters.

Un brutto colpo per tutti i giocatori che non hanno una carta per i due circuiti statunitensi, PGA Tour e Korn Ferry Tour. Inevitabile uno scivolone indietro di varie posizioni, perchè non possono accumulare punti per la classifica mondiale. E quindi malcontento generale dei protagonisti dell’European Tour. Unica consolazione, anche se importante, come ha già scritto ieri Andrea Vercelli, quella del congelamento delle posizioni per i tre major 2020 stabilite in epoca pre-Covid 19.

Le richieste di Keith Pelley

Lo smacco subito da Pelley è di quelli pesanti. E, una volta di più, certifica la subalternità dell’European Tour rispetto al suo omologo americano. In una nota a tutti i membri del circuito, il manager canadese ha dichiarato la sua profonda insoddisfazione dopo la riunione dell’Official World Golf Ranking. Pelley si era presentato con un ramoscello d’ulivo, non eccependo sulla ripresa del conteggio punti la prossima settimana.

In cambio aveva chiesto di congelare l’attuale media dei giocatori dell’European Tour, fino alla ripresa delle gare. In alternativa, Pelley aveva proposto di aumentare i punti OWGR in palio nei tornei britannici. Nessuna di queste due proposte è stata accolta. E il ko è ancora più vistoso se si considera che il Board Chairman del Ranking è Peter Dawson, per ben 16 anni a capo del Royal & Ancient. Uno che, in altre parole, l’European Tour dovrebbe averlo nel cuore.

Un orizzonte pieno di nuvole

Avendo ricevuto un picche a tutte le sue richieste, Pelley se n’è andato dalla conference call dell’OWGR visibilmente contrariato. E una volta di più ci si domanda se, a questo punto, il golf non dovrebbe prendere in seria considerazione la strada scelta tanti anni fa dal tennis. E cioè quella di un grande circuito mondiale unico. Perché il distacco fra PGA Tour ed European Tour continua a crescere.

Lo dimostra lo striminzito calendario, tutto britannico, proposto da luglio. Con montepremi irrisori (un milione di euro per le prime quattro gare). Sono stati cancellati tutti gli Open dell’Europa non UK, compresi due Rolex Series da 7 milioni di dollari (fiore all’occhiello del Tour) quali l’Irish Open e il nostro Open d’Italia. Sono segnali davvero poco confortanti.