È successo di tutto e il contrario di tutto nel quarto e decisivo giro che a Oakmont ha assegnato il 125° U.S. Open a J.J. Spaun, 34enne di Los Angeles, al primo major in carriera.
Ma non per merito del campo, come avrebbe invece voluto la USGA che deliberatamente lo aveva preparato al limite dell’assurdo, ma grazie a una serie interminabile di colpi di scena provocati da un violento acquazzone che nel giro di pochi minuti ha allagato fairway e green di Oakmont costringendo a interropere il gioco per oltre un’ora e mezza quando l’ultimo flight di Sam Burns e Adam Scott era alla buca 7.
Fino a quel momento la ‘naturale selezione’ voluta dalla USGA aveva regalato al pubblico più che uno spettacolo da ricordare un vero e proprio gioco al massacro, con tutte o quasi le grandi stelle del golf mondiale alle prese con isterismi e attacchi di nervi anzichè con eagle e birdie.
Al via delle ultime 18 buche solo uno dei primi dieci giocatori in classifica, Adam Scott, vantava nel proprio palmares un major, il Masters 2013. Un’occasione unica quindi per i cosiddetti underdog, chiamati a cogliere l’occasione di una vita.
E non se l’è fatta scappare J.J. Spaun, che dopo aver chiuso le prime nove in 40, ha cambiato marcia proprio quando tutti iniziavano ad andare in affanno, da Burns a Scott, da Hovland ad Hatton, messi fuori gioco da un rough impregato di acqua ancora più puntivo dei giorni precedenti.
Mai nessuno nella storia dello U.S. Open aveva mai sollevato il trofeo dopo aver chiuso 5 colpi sopra il par le prime 9 buche dell’ultimo giro. Ma Spaun questa coppa se l’è meritata fino all’ultimo incredibile putt, imbucato alla 18 da 22 metri per il birdie, quando gli sarebbe bastato il par per conquistare il titolo e non andare al playoff contro Robert MacIntyre, splendido secondo grazie al 68 finale.
Un putt quello di Spaun che gli ha permesso anche di passare alla storia come l’unico giocatore ad aver chiuso sotto il par (-1) una delle edizioni più complicate del più antico major statunitense.
Questa la classifica finale del 125° U.S. Open
U.S. Open: la prima volta di J.J. Spaun
