Saper giocare nel vento, puttare sui green lenti e avere spirito di adattamento. Ecco le tre condizioni principali che dovranno avere i protagonisti al Royal Portrush.
Come si vince al Royal Portrush?
Per vincere un Open Championship devi accettare la sfida unica dei links: le condizioni meteo imprevedibili, il vento costante, il rough penalizzante e i green lenti.
Tutte caratteristiche che mettono alla prova chiunque.
Chi riuscirà a gestire il proprio gioco lungo e avere un giusto approccio mentale per tutti e quattro i giorni, avrà ottime chance di sollevare la Claret Jug.
È proprio per questo che spesso l’Open Championship è il major più difficile da pronosticare.
Non mancano però le sorprese e sono tanti gli outsider che hanno trionfato grazie a colpi creativi e sangue freddo.
Al Royal Portrush non abbiamo dati da fornire colpo per colpo, visto che l’ultima edizione giocata in Irlanda del Nord risale al 2019.
Per capire quali qualità servano davvero su questo campo, ho analizzato le statistiche degli ultimi Open Championship con l’aiuto di Arccos Pro Insights.
Di seguito vi mostro le tre chiavi per vincere.
Colpi controllati controvento
Negli ultimi anni, il vento forte è sempre meno frequente sui massimi circuiti mondiali, ma al Royal Portrush possiamo tranquillamente aspettarci raffiche oltre le 20 miglia orarie.
Serve quindi saper tenere la traiettoria bassa e lavorare la palla in entrambe le direzioni.
Chi eccelle in queste condizioni?
I numeri parlano chiaro: Joaquín Niemann, Rasmus Neergaard-Petersen e Shane Lowry sono tra i migliori nelle giornate ventose.
Drive precisi
Il Royal Portrush presenta numerosi fairway stretti con rough folti ai lati e non è un caso che durante l’edizione del 2019 la precisione dal tee è stata fondamentale.
Lowry vinse dominando con il driver e tra i contendenti alla vittoria c’erano altri grandi “cacciatori di fairway” come Tommy Fleetwood e Lee Westwood.
Oggi, tra i più precisi con il driver abbiamo Collin Morikawa, Aaron Rai e Daniel Berger, giocatori che sanno tenere la palla in fairway anche quando il vento rende tutto più complicato.
Adattamento sui green lenti
I giocatori sono abituati a green velocissimi, oltre i 12 sullo Stimpmeter, ma su questo tracciato, tra erba diversa e vento, si gioca su superfici più lente (10/11).
Bisognerà quindi adattarsi in fretta alle nuove condizioni, gestendo bene l’energia sui putt lunghi e leggendo con attenzione la linea.
Chi ha dimostrato di sapersi comportare bene su green lenti negli ultimi cinque anni?
Sungjae Im, Cameron Smith e Matt Fitzpatrick, tutti con una media di oltre 0.7 colpi guadagnati per giro.
I favoriti di Edoardo Molinari al Royal Portrush
Fleetwood e Lowry sono due nomi forti: gioco completo, esperienza sui links e conoscenza del vento.
Lowry ha già vinto qui nel 2019, seguito al secondo posto proprio da Fleetwood.
E ora è davvero tempo che Tommy sfondi in un major.
Occhio anche a Niemann e Neergaard-Petersen, due ottimi giocatori nelle giornate ventose.
Neergaard-Petersen è, tra l’altro, uno dei migliori sul DP World Tour, un nome adatto per l’effetto a sorpresa da Open Championship.
Ristampato con autorizzazione dal numero di luglio/agosto 2025 di Golf Digest®. Copyright © 2025 Golf Digest. Tutti i diritti riservati.
Cosa serve per vincere a Portrush?
