C’è un momento nel golf in cui anche il giocatore più zen perde la calma. È l’istante in cui la pallina scompare nel nulla. “Era proprio qui, giuro” mormora, fissando il rough come se volesse convincerlo a restituirgliela. L’amico scuote la testa, uno scandaglia il cespuglio con il bastone, un altro propone di dichiararla persa. Poi, la resa. Una nuova pallina, un colpo di penalità e via con un sorriso tirato. Succede ogni giorno, su ogni campo e a ogni livello. Eppure, forse, non succederà più…
Sì, perché dalla fredda Montreal arriva una piccola rivoluzione: Airball V2, la pallina che non si perde mai. O quasi.
A inventarla è stato un gruppo di ingegneri-golfisti, una categoria particolare, capace di unire la precisione di un laboratorio alla disperazione di chi ha appena perso la terza pallina del giro, decisi a portare la tecnologia anche tra green e fairway. A vederla, la Airball V2 sembra una normale pallina da tour: 42,67 millimetri di diametro, 45 grammi di peso, superficie a 332 dimple perfettamente calibrati. Ma al suo interno nasconde un’anima tecnologica, un microchip, sensori intelligenti e un’antenna a lungo raggio. Quando la si colpisce, il chip si “risveglia” e attiva un tracciamento via Bluetooth, permettendo di localizzarla tramite un’App dedicata, su smartphone o smartwatch. Per quindici minuti, il tempo sufficiente a evitare crisi di nervi e discussioni infinite sul punto di atterraggio, la pallina trasmette un segnale in un raggio di circa 18 metri, anche se finisce in acqua fino a 15 centimetri di profondità. Passato il quarto d’ora, torna in modalità “sleep”, come un giocatore che ha finalmente accettato il doppio bogey. L’App, compatibile con iOS e Android, mostra la posizione su mappa classica o satellitare, segnala la distanza dal punto di partenza e registra statistiche come il numero di colpi, il tempo di gioco e il livello della batteria.
Gli sviluppatori promettono futuri aggiornamenti come la distanza percorsa, la velocità massima e perfino un’analisi del colpo. Insomma, un piccolo laboratorio di dati per chi ama confrontarsi non solo con l’handicap, ma anche con la matematica dei propri swing.
Il progetto è stato lanciato su Indiegogo e aveva aspettative modeste, poche centinaia di dollari di obiettivo, ma la campagna ha superato gli 11.000 dollari con largo anticipo. Un segnale chiaro, il popolo dei golfisti è disposto a tutto pur di evitare le perlustrazioni tra cespugli e canneti.
Un tris di palline costa 49 dollari, circa 43 euro, e le prime consegne sono previste per novembre, anche in Italia.
Per ora la Airball V2 non è omologata da PGA Tour e R&A per le gare ufficiali, ma potrà essere utilizzata negli allenamenti o nelle classiche partitelle tra amici. Le grandi case produttrici, comprensibilmente per motivi principalmente economici, osservano da lontano perché una pallina che non si perde non fa vendere ricambi. Ma il fascino di questa invenzione è irresistibile, perché tocca una ferita antica di ogni golfista: la pallina scomparsa, quella che “era lì un attimo fa”.
Naturalmente, la Airball V2 non fa miracoli. Non corregge lo slice, non raddrizza il drive e non trasforma un bogey in birdie. Ma riduce una delle frustrazioni più universali del golf, il tempo perso e la pazienza evaporata. E già questo, per molti, vale 49 dollari.
I puristi, certo, storceranno il naso, diranno che la ricerca della pallina fa parte del gioco, che è un esercizio zen e una lezione di umiltà. Ma i tempi cambiano, anche sui green.
In fondo, se la tecnologia può restituire un po’ di serenità, e qualche pallina in più, allora ben venga. Perché nel golf, come nella vita, non conta solo dove la pallina cade, ma avere sempre un modo per ritrovarla.
La pallina che non si perde mai (o quasi)