Il suo palmarès inizia ad avere contorni piuttosto importanti. Con il meritatissimo trionfo nel BMW PGA Championship a Wentworth, nella casa dell’European Tour, Danny Willett ha conquistato il suo settimo titolo da quando è passato professionista nel 2008. Undici anni di carriera caratterizzata anche da qualche momento di crisi, come quello passato dopo la sua vittoria nel Masters 2016 a causa di una schiena malandata che quasi non gli permetteva più di swingare, ma che ora, dopo la cura Sean Foley, è tornato a livelli altissimi.

Un palmarès da sogno

Se scorriamo il suo curriculum di vittorie, pochi oggi possono vantare sul Tour titoli di tale peso nel proprio portafoglio. Il primo titolo è datato 2012, quando l’inglese di Sheffield, aria spavalda e carattere arcigno, si impone nel BMW International Open in Germania al playoff contro Marcus Fraser. Poi oltre due anni di attesa per rivederlo sollevare un trofeo, e questa volta è nientemeno che quello del Nedbank Golf Challenge in Sudafrica, dominato con 4 colpi di vantaggio sul secondo, Ross Fisher.

Nel 2015 arriva un altro alloro di prestigio, l’Omega European Masters a Crans, conquistato sul filo di lana ai danni di Matthew Fitzpatrick. Il 2016 è l’anno indimenticabile per Willett che a febbraio si impone nel prestigioso Omega Dubai Desert Classic e poi ad aprile, a sorpresa, indossa addirittura la Giacca Verde del Masters, approffittando del clamoroso quanto inaspettato crollo di Jordan Spieth.

Il dopo Augusta lascia Willett a secco per oltre due anni, periodo in cui lotta per ricostruire uno swing ormai diventato poco efficace a causa dei gravi problemi alla schiena. Con l’aiuto di Sean Foley torna il giocatore micidiale e concreto con cui aveva costruito la sua fama e si impone nientemeno che nell’ultimo appuntamento stagionale della Race to Dubai, il DP World Tour Championship a Dubai nel novembre del 2018. Il trionfo nel BMW PGA Championship a Wentworth l’ultimo alloro, che lo ha fatto balzare dal 58° al 31° posto nel World Ranking.

A Wentworth Willett ha vinto con 20 colpi sotto il par e con una prestazione impeccabile: 68, 65, 68 e 67 gli score dei suoi giri. Nell’ultima giornata è risultato primo del field in Green in Regulation, 3° per Putt per GIR e 6° in Putt per Round. È il secondo titolo delle Rolex Series per il 31enne di Sheffield.

Questa la sacca del neo campione del BMW PGA Championship:

Driver: Callaway Rogue (9°), shaft Mitsubishi Tensei Diamana 60X
Fairway Wood: Callaway Rogue (15°), shaft Mitsubishi Rayon Diamana 70X
Utility: Callaway X Forged UT (18° e 24°), shaft True Temper Dynamic Gold Superlite X100
Ferri: Callaway X Forged ‘18 (dal 5 al 9), shaft True Temper Dynamic Gold Superlite X100
Wedge: Callaway Mack Daddy Forged (46°); Callaway Mack Daddy 4 (50º, 56° e 60°), shaft True Temper Dynamic Gold Superlite X100
Putter: Odyssey Stroke Lab Tuttle
Palla: Callaway Chrome Soft X