L’introduzione del racconto digitale, attraverso social media e canali di streaming video, ha evidenziato la necessità di trovare nuove strategie per rendere il golf più accessibile e accattivante sia per il pubblico più affezionato, che per coloro che si approcciano ad esso per la prima volta.

Tra le varie piattaforme, quella che ha sicuramente riscosso maggiore successo è YouTube, il più famoso contenitore di visualizzazioni e condivisioni di  prodotti multimediali che, al momento, è usato da più di due miliardi di utenti nel mondo. 

Le motivazioni di questo successo sono molteplici, tra cui la necessità da parte del pubblico, soprattutto di quello più giovane, di trovare nuovi modi di informarsi e intrattenersi rispetto a quelli proposti nei media tradizionali, soprattutto televisivi. 

In questo contesto, l’introduzione di questi nuovi mezzi ha permesso l’abbattimento di alcune barriere di accesso al mondo del golf, generalmente percepito come elitario e di poca attrattiva, a persone che altresì non avrebbero mai avuto il desiderio, né tantomeno la curiosità di avvicinarsi a questo sport. 

La distanza dei campi dai centri abitati, il costo delle attrezzature e l’obbligo al tesseramento presso un circolo hanno reso nel tempo il golf uno sport economicamente dispendioso, tagliando fuori una fetta di persone che non ha le risorse necessarie per praticarlo, tra cui i giovani. 

YouTube e altre piattaforme social, come Instagram e TikTok, hanno aperto nuovi spiragli, aiutando ad abbattere i preconcetti e gli stereotipi che bloccano la diffusione del golf, rendendolo più accessibile e democratico, almeno a livello teorico.  

Attraverso video didattici, sfide tra giocatori e prove di abilità dette “challenge”, tutorial e reportage di gare e tornei, gli utenti possono accedere a contenuti divertenti e stimolanti che mostrano il golf in una veste inedita e rinnovata, che in alcuni casi può portare gli utenti stessi a volerlo sperimentare in prima persona. 

Il digitale ha dato inizio a un processo di democratizzazione mai visto prima, avvicinando a questo mondo un nuovo pubblico che difficilmente avrebbe altresì preso un bastone in mano. 

I protagonisti su YouTube

Diverse sono le personalità coinvolte in questo rilancio della comunicazione golfistica, spaziando da giocatori professionisti a maestri, da arbitri a semplici appassionati del settore, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze e tecniche per raccontare diverse sfaccettature di questo sport.

Partendo dalla narrazione che viene fatta su YouTube, il primo nome da citare è quello di Rick Shiels. Da golfista dilettante a professionista e maestro della PGA, nel corso degli anni è riuscito ad affermarsi come uno dei più importanti “youtuber” del settore grazie al suo canale “Rick Shiels Golf” che, al momento di scrivere, vanta la bellezza di 2,91 milioni di iscritti e un totale di 877.299.835 visualizzazioni per i suoi contenuti video. Il suo intento è di “intrattenere, informare ed educare i golfisti di tutto il mondo”.  

Tra i suoi vari format propone sfide – le cosiddette “challenge” – dove si mette alla prova contro personaggi di spicco del mondo del golf e non solo, viaggi nelle mete golfistiche più ambite e video recensioni di attrezzatura.

Una varietà di contenuti per attrarre curiosi e raccontare aspetti inediti e divertenti di questo sport, spaziando da un ambito più tecnico e professionale, a quello più goliardico. 

Tra i grandi giocatori professionisti che hanno cercato di crearsi un nuovo pubblico di appassionati possiamo citare Bryson DeChambeau.

Il vincitore di due U.S. Open, attraverso il suo canale “Bryson DeChambeau” (1,71 milioni di iscritti e 259.158.701 visualizzazioni al momento di andare in stampa) e i suoi account social (Tik Tok: 1,4 milioni di follower e Instagram 2,2 milioni) ha trovato un metodo diverso e più diretto di comunicare con i suoi fan, raccontando sé stesso in un modo più emozionale e autentico. La spontaneità e l’immediatezza sono caratteristiche ricercate tra le nuove generazioni, sempre più scontente e annoiate dalla comunicazione dei media tradizionali, reputata troppo impostata e seriosa. 

Ma i suoi video non si limitano a questo: attraverso prove di abilità tecniche condite da nozioni di fisica e matematica – altra grande passione del campione statunitense – DeChambeau mostra un lato più spettacolare e unico del golf, in grado di emozionare e coinvolgere il variegato pubblico dell’era digitale. 

A tal proposito, in uno degli ultimi video Bryson propone a un suo follower di tentare di realizzare una “hole in one” facendo volare la palla al di là del tetto di casa sua per guadagnare 100.000 dollari. 

Nel giro di pochi giorni, il video in questione caricato sul suo canale con il titolo “Make a Hole in One, Win 100.000$!” ha ottenuto più di un milione di visualizzazioni.  Video come questi sono la prova di come la narrazione del golf possa e debba cambiare, in modo da incuriosire e stimolare il pubblico, nella speranza che le visualizzazioni si possano tramutare in tesseramenti ai circoli.

Il fenomeno Tik Tok 

Parlando di piattaforme digitali di grande seguito non si può non citare Tik Tok, social media popolarissimo tra i più giovani per la condivisione di brevi video parlati e musicati della durata massima di 60 secondi, arricchiti da melodie di tendenza, filtri ed effetti. Questo social ha subito una crescita esponenziale durante la pandemia di Covid-19 grazie alla sua capacità di connettere le persone, isolate in casa, in un modo divertente e veloce, diventando in poco tempo unica valvola di sfogo dalle preoccupazioni e dall’incertezza di quel periodo. Tramite lo scroll infinito e la possibilità di fruire di contenuti in linea con i propri interessi, Tik Tok rappresenta la massima manifestazione della nuova formula d’intrattenimento breve e veloce, capace di catturare l’attenzione degli utenti per diverse ore. 

Allo stesso modo, durante la pandemia anche il golf ha goduto di una crescita esponenziale, dovuta sempre alle condizioni di isolamento imposte in quel periodo.

Con tutti gli sport di contatto e di gruppo vietati per paura del contagio, il golf è stato una dei pochi consentiti e incentivati. 

Le condizioni sopra descritte sono state la base per la nascita una nuova categoria di “creators”, che un po’ per gioco e un po’ per caso, hanno iniziato a produrre video sul golf per un pubblico di giovanissimi. 

Nel panorama americano ci sono già alcuni nomi che stanno facendo parlare di sé, come Drew Collins (@dreskigolfs 32.6 mila iscritti), Kaila Bonawitz (@Kailabwitz, 71.6 mila iscritti), Aaron Stewart e Scott Lorimer (@ASSL_Golf, 57.3 mila iscritti). 

Collins ha iniziato la sua carriera come giovane promessa del football per poi appassionarsi al golf durante il periodo di quarantena. Con i suoi video vorrebbe “creare un ponte tra le comunità del golf e quelle al di fuori di questo sport, spesso percepito dai più come costoso e inaccessibile.” 

Anche Stewart e Lorimer hanno creato la loro pagina a tema golf durante la pandemia: il loro account inizialmente mostrava video di trick-shot al chiuso con palline da ping-pong. Con la crescita di popolarità e con la riapertura dei campi da golf, il duo ha iniziato a pubblicare nuovi format comici, come il “One-Club Wednesday”: in questi video i due ragazzi tentano di completare una singola buca con un bastone qualsiasi pescato a caso dalla loro sacca. Il loro intento è quello di “mostrare il lato divertente del gioco, che a volte manca”. 

Italia e Stati Uniti a confronto

Non è un caso che gli esempi sopra citati provengano tutti da oltreoceano. Nel panorama italiano, al momento non esistono delle personalità o dei creator con una popolarità e una viralità tale da riuscire a guadagnarsi un posto d’onore nel mondo del golf digitale.

Esistono sì dei canali su YouTube come “B2G Video Golf”, progetto editoriale nato dall’idea di alcuni maestri e professionisti del settore (Gigi Iannuzzelli, Andrea Benassi e Alessandro Rubelli) per comunicare e promuovere il golf attraverso i racconti basati sulla loro esperienza professionale. Nonostante sia uno dei canali più conosciuti nel paese, i numeri non sono gli stessi dei competitor statunitensi, con un seguito di 8.560 iscritti. 

Altri creator che sono riusciti a guadagnare una posizione di rilievo sono Paolo Battistini e Alessandro Pizzi con @GolfProject (11.600 iscritti), Andrea Zanardelli (@AndreaZanardelliGolf, 5.720 iscritti) e Simone Lucchini con @TheTravelBirdie (1.060 iscritti). 

I numeri parlano chiaro: il golf in Italia non ha presa come negli Stati Uniti per differente cultura sportiva e tradizione.

Il numero di golfisti tesserati nel nostro paese nel 2023 era di 93.267. Nello stesso anno in America si contavano 26,6 milioni di giocatori “tradizionali” (golfisti che frequentano i campi), a cui si aggiunge una fetta di 18,5 milioni di giocatori che pratica il golf in altre modalità.

Negli ultimi anni, la situazione nazionale ha avuto un importante scossone con la pandemia che ha portato un incremento di giocatori, facendo salire le quote di tesseramento da 87.380 nel 2020 a 94.046 nel 2022. Purtroppo, questo slancio ha subito una battuta d’arresto negli ultimi due anni, lasciando presagire una situazione di grande stagnazione (al 2024 i giocatori tesserati secondo i dati FIG sono 94.090).

È lampante che ci sia la necessità di rinnovare e di avvicinare un nuovo pubblico al mondo golf. E un investimento sulla comunicazione digitale può essere la chiave per rendere il golf italiano più accessibile al grande pubblico. 

TGL (tomorrow’s golf league) 

Un altro esempio di innovazione e modernità nel golf è sicuramente la nuova lega voluta da Tiger Woods e Rory McIlroy, nata per raccontare questo sport attraverso la spettacolarità e l’intrattenimento “da stadio”. E per il momento, il seguito è stato sorprendente. 

Secondo Golf Digest, i telespettatori che hanno seguito l’evento inaugurale sono stati più di 900.000, arrivando ad un picco di un milione la settimana seguente, grazie alla presenza in gara di Tiger Woods. Risultato molto interessante se si pensa che durante gli stessi giorni i telespettatori che hanno seguito l’American Express sono stati solo 232.000. 

Un importante segnale che evidenzia come il tradizionale racconto golfistico sia in profonda sofferenza e necessiti di un cambio di rotta.