Dopo un anno a dir poco stellare, gli occhi del mondo sono ancora una volta puntati questa settimana sul numero due del mondo, Rory McIlroy.

Al Jumeirah di Dubai si disputa il DP World Tour Championship, l’ultimo atto del circuito europeo maggiore e, tanto per cambiare il nordirlandese parte in pole position davanti a tutti.

Gli Stati Uniti gli hanno regalato quest’anno tre titoli, l’AT&T Pebbele Beach Pro-Am a febbraio, il Players Championship a marzo e il memorabile Masters ad aprile, che gli permesso di diventare il primo giocatore europeo nella storia a ottenere il Grand Slam della carriera.

Giusto un periodo di prevedibile calo di tensione e di stimoli e Rory è tornato alla carica, vincendo a settembre per la seconda volta l’Irish Open e poi trascinando l’Europa alla prima vittoria in terra americana in Ryder Cup dai tempi di Medinah 2012.

Il quarto titolo nel DP World Tour Championship e il conseguente settimo sigillo personale nella Race to Dubai renderebbe il suo 2025 addirittura monumentale.

Con sette vittorie nell’Ordine di Merito supererebbe la leggenda Seve Ballesteros e si porterebbe a una sola lunghezza dagli otto titoli di Collin Montgomerie.

A rovinargli la festa ci proveranno in molti sull’Earth Course del Jumeirah, ormai tradizionale sede dell’ultimo torneo della stagione del DP World Tour riservato ai migliori 50 dell’Ordine di Merito.

A partire da Marco Penge, autore di una strepitosa annata dopo che nel 2024 aveva salvato la carta del DP World Tour all’ultimo putt dell’ultima gara. Il 27enne inglese ha messo insieme quest’anno ben tre successi (Hainan Classic, Danish Golf Championship e Open de España) ed è andato a un soffio dalla convocazione come wild card alla Ryder Cup di New York.

Attuale numero 29 del mondo, alla fine dello scorso anno occupava la 416esima posizione. Un balzo che conferma l’eccezionale stagione dell’inglese, ormai consacrato tra i grandi protagonisti del golf mondiale.

Tyrrell Hatton, che di eventi del DP World Tour ne ha giocati solo 9 nel 2025, occupa la terza piazza della Race to Dubai alle spalle di Penge e sarà uno dei giocatori da tenere maggiormente d’occhio.

A gennaio ha vinto il Dubai Desert Classic, è poi stato uno dei grandi protagonisti del successo del suo team, la Legion XIII, vincitore della stagione a squadre del LIV, e uno degli eroi della Ryder a Bethpage.

Ha sfiorato il primo major a Oakmont a giugno, quarto nello U.S. Open vinto da J.J. Spaun al termine di un rocambolesco finale, ed è stato quasi sempre ‘in contention’ con prestazioni eccellenti.

Impossibile non citare poi l’attuale numero quattro del mondo, Tommy Fleetwood, che settimana scorsa ha perso solo al playoff l’Abu Dhabi HSBC Championship.

Vincitore sul PGA Tour del Tour Championship e della FedEx Cup ad agosto davanti a Scottie Scheffler, Fleetwood punta a un altro pesantissimo titolo per chiudere un anno difficile da dimenticare, suggellato anche per lui dall’impresa di Bethpage.

Nel field anche gli altri Top 10 del ranking, dalla sorpresa stagionale, il norvegese Kristoffer Reitan, alla conferma Robert MacIntyre, dal francese Adrien Saddier, vincitore a giugno dell’Open d’Italia all’Argentario, all’inglese John Parry e all’inossidabile Alex Noren, fino ad Aaron Rai, fresco vincitore ad Abu Dhabi.

Al torneo partecipano inoltre, grazie a una speciale exemption, altri due eroi di Bethpage non qualficati di diritto tra i primi 50, Shane Lowry e Ludvig Åberg, che partiranno ovviamente anche loro tra i grandi favoriti del torneo.

Peccato solo, in questo parterre de roi, non poterci godere anche i nostri azzurri, il cui cammino per i due migliori, Francesco Laporta e Andrea Pavan, è terminato ad Abu Dhabi, a pochi punti dai Top 50, ma che non cancella affatto la loro ottima stagione sul DP World Tour.