L’Old Course di St Andrews, in Scozia, è considerato una pietra miliare del nostro sport, semplicemente “The Home of Golf”, ovvero là dove tutto è nato. Molti dei principi fondamentali del gioco infatti, dalle regole fino al format delle 18 buche, trovano le loro radici in questo iconico luogo.
Eppure, nonostante questa aura di “immutabilità”, l’Old Course non è mai rimasto esattamente lo stesso. Nel corso dei decenni ha subito diverse modifiche, ampliamenti e restauri, una tendenza che ora riprende in vista dell’ Open Championship, che tornerà sui suoi leggendari fairway, per la 31esima volta nella storia del major più antico del mondo, nel 2027.
Il perchè delle modifiche
Dopo l’ultimo Open Championship qui giocato nel 2022, vinto da Cameron Smithcon il punteggio di -20, fu ormai evidente a tutti che l’Old Course, in determinate condizioni meteo, era diventato troppo facile per i migliori giocatori del mondo.
R&A e St Andrews Links Trust hanno così deciso di avviare una serie di modifiche del tracciato per renderlo più competitivo alla luce dei top player di oggi, senza perdere però la sua identità unica e il suo inarrivabile fascino.
L’obiettivo è duplice: restaurare alcune caratteristiche tradizionali che nel tempo si sono assottigliate o modificate, e rendere alcune buche meno prevedibili e vulnerabili davantii alle ormai stupefacenti performance dei giocarori di oggi.
I cambiamenti
Sei buche saranno allungate: 5, 6, 7, 10, 11 e 16. La lunghezza totale del campo passerà quindi da 7.313 yard (6.687 metri) a 7.445 yard (6.807 metri).
Le buche allungate tramite la realizzazione di nuovi tee saranno la 5 (+35 yard), la 6 (+17), la 7 (+22) e la 10 (+29). I tee della 11 e della 16 verranno invece ampliati di rispettivamente 21 e 10 yard.
Alla buca 16 sarà ripristinato un tratto di fairway a sinistra del bunker, con aggiunta di due nuovi bunker sullo stesso lato.
Alla 2 i bunker sul lato destro verranno spostati più avanti e verso sinistra per entrare maggiormente in gioco e rendere più complicato il tee shot. Saranno inoltre aggiunti altri nuovi ostacoli di sabbia anche alle buche 6, 9 e 10.
Il tee della 12 verrà leggermente realineato per migliorare i flussi di spettatori durante l’Open Championship.
Parallelamente è previsto un intervento sull’irrigazione: un progetto da 10,5 milioni di sterline per installare circa 1.500 nuovi sprinkler sul campo (più del doppio degli attuali, circa 800), con uso di acqua piovana e perforazioni per garantire sostenibilità. I lavori inizieranno questo inverno con l’obiettivo di terminare il tutto ovviamente qualche mese prima dell’Open Championship del 2027.
Perché queste modifiche sono importanti
Con bastoni sempre più performanti e giocatori più atletici e potenti, alcune buche dell’Old Course che un tempo rappresentavano un’impegnativa sfida o richiedevano scelte più conservative oggi risultano più “giocabili”.
Le modifiche puntano a ristabilire quella tensione strategica tipica dei grandi campi, specialmente nei par 4 e nei par 5.
Il tutto però con una mission ben chiara: preservare il carattere storico dell’Old Course. Non si tratta solo di renderlo più ‘challenging’ ma di riportarlo in alcuni casi a linee storiche, correggere leggeri cambiamenti accumulatisi nel tempo e assicurare che mantenga la propria anima.
Sostenibilità e manutenzione
L’Old Course, per affrontare le attuali condizioni climatiche e per garantire standard elevati per l’Open Championship, richiede sistemi moderni di irrigazione e di gestione del manto erboso.
Questo investimento è inoltre fondamentale anche per accogliere le centinaia di migliaia di appassionati golfisti che ogni anno giungono a St Andrews per giocare il campo più famoso del mondo.
Nel 2024 si stima che sul solo Old Course si siano registrati oltre 50mila giri (per un totale di più di 280mila giri tra tutti e sette i prercorsi del St Andrews Links Trust).
Le modifiche all’Old Course non ne stravolgeranno quindi l’identità — anzi, proprio il contrario: si cercherà di onorarla e rafforzarla per il futuro. Il campo continua ad evolvere, come ha sempre fatto, ma lo farà con un occhio alla storia e uno al domani.
L'Old Course si rifà il trucco per The Open 2027
 
										 
 
