Il Genesis Championship, l’ultimo torneo della stagione regolare del DP World Tour 2025, ha emesso i suoi verdetti, decretando i 70 giocatori che prenderanno parte al primo dei due eventi finali di Playoff, l’Abu Dhabi HSBC Championship.
Ma al torneo sudcoreano il vero eroe per un giorno è stato Jordan Gumberg.
Il trentenne statunitense all’ultima buca di domenica aveva bisogno di un miracolo o quasi per mantenere la sua carta del DP World Tour anche per la stagione 2026.
E miracolo è stato. Da circa 50 metri ha imbucato per l’eagle 3 al par 5 conclusivo, lasciandosi poi andare a un’esultanza incontrollata.
Gumberg aveva iniziato la settimana al numero 127 del ranking della Race to Dubai e aveva quindi l’obbligo di entrare tra i primi 115 al Woo Jeong Hills Country Club per conservare lo status anche per la prossima stagione sul principale circuito continentale.
Il suo wedge è atterrato dolcemente sul bordo del green, poi è ritolato lentamente in discesa terminando la sua corsa in buca. Gumberg e il suo caddie sono letteralmente esplosi di gioia, consci che quell’incredibile exploit sarebbe bastato per mantenere la carta.
E così è stato: l’americano ha chiuso il Genesis Championship in 278 colpi (-6), classificandosi al settimo posto, risultato che gli ha permesso di terminare la Race to Dubai 110°, rientrando così tra i primi 115 giocatori della classifica che hanno riconfermato la carta per il 2026.
“Sono letteralmente senza parole – ha detto alla fine. Ho visto la palla atterrare sul green e rotolare oltre il dosso, poi non si vedeva più nulla. Il pubblico è impazzito quindi abbiamo capito che era entrata e non ho capito più nulla. È stato senza dubbio il miglior colpo della mia carriera e quello più importante. In realtà non pensavo che dovessi imbucare ma volevamo comunque chiudere con il birdie per avere una ultimissima chance. Ovviamente il fatto che sia entrata è stato un bonus incredibile. Sono al settimo cielo”.
Originario della Florida, Gumberg ha giocato per l’Arizona University e nel Pac-12 Championship del 2016 arrivò secondo dietro a Jon Rahm. Negli ultimi anni ha trovato un discreto successo in Europa, vincendo il SDC Championship in Sudafrica ai playoff lo scorso anno, alla sua quinta partecipazione sul DP World Tour.
Quest’anno ha giocato più tornei di chiunque altro sul DP World Tour, ben 34, partecipando a tutte le gare a parte una tra quelle in cui ne aveva diritto. Tuttavia non aveva ancora ottenuto prima del Genesis una Top 10 stagionale e sapeva di dover chiudere almeno al 14º posto o meglio in Corea per avere una chance di restare sul DP World Tour.
Dopo due giornate era in buona posizione ma un terzo giro in par (71) lo aveva lasciato con qualche preoccupazione. Nel giro finale di domenica aveva realizzato solo un birdie e 16 par prima dell’incredibile eagle all’ultima buca. Dopo il drive alla 18, si trovava a 256 yard dal green e, con l’acqua a proteggere il fronte della buca dogleg sinistra, ha scelto un lay-up, decisione che si è rivelata poi magica e soprattutto vincente.
“Siamo rimasti concentrati su noi stessi – ha aggiunto -. Il mio caddie ha fatto un lavoro fantastico nel tenermi dentro la gara, continuava a dirmi ‘continua così, continua così, ce la puoi fare’. Mi sto quasi commuovendo ora, aveva ragione”.
Fonte Golf Digest
Jordan Gumberg, eroe per un giorno