Si parla continuamente della volontà di far crescere il golf a livello globale e quest’anno sono particolarmente orgoglioso di aver preso parte all’annuncio del nuovo torneo dedicato alle giovani dilettanti, l’Augusta National Women’s Amateur.

Sono certo che questo evento contribuirà ad aumentare l’interesse del golf e attrarre sempre più donne.

Nel corso degli anni il circolo più esclusivo del mondo ha fatto passi da gigante nei confronti delle donne, che fino a pochi anni non potevano in alcun modo essere soci del Golf Club.

La memoria recente ha ribaltato la situazione e sono molto fiero nel dire di essere stato un forte sostenitore del “gentil sesso” a differenze di alcuni miei colleghi coetanei.

Non bisogna essere timidi nel dimostrare le proprie idee e nel prendere le proprie posizioni, adoro vedere Condoleezza Rice, ex Segretario di Stato, al Masters ogni anno e soprattutto sul tee box durante il Par 3 Contest.

Più si avvicina la settimana del primo major più sono emozionato. Il mio primo viaggio all’Augusta National fu nel 1957, avevo vinto alcuni tornei in giro per il mondo e il Masters era da sempre cerchiato in rosso sul mio calendario.

Ma dovevo ancora ricevere un invito perché, come sapete, negli anni ’50, era davvero molto esclusivo varcare quel cancello. Il mondo non era così connesso come lo siamo oggi ed è stato davvero difficile ottenere questo riconoscimento.

Mio padre credeva molto in me e scrisse una lettera al presidente Clifford Roberts chiedendo se avrebbe preso in considerazione l’idea di permettermi di competere in quello che divenne rapidamente uno dei più grandi tornei di golf del mondo.

Non mollò il colpo e gli scrisse di nuovo, e non dimenticherò mai quella frase: “Digli di fare i bagagli, il ragazzo è pronto“.

Sono passati tanti anni ma il sentimento è sempre lo stesso. Percorro la Magnolia Lane, scendo dalla macchina e respiro un atmosfera che in nessun altro torneo si vive e si percepisce.

Le magnolie ormai sono enormi rispetto alla mia prima passeggiata in quel viale ma l’aura quasi magica dell’Augusta National è sempre la stessa.

L’anno scorso, Patrick Reed ha ottenuto la sua prima meritata vittoria in un major e ricordo che era stato un bulldog nel giro finale.

È un avversario difficile, tosto, tutte qualità necessarie per indossare la Giacca Verde.

Il bello del Masters è che chiunque può vincere, che sia giovane, inesperto o un veterano del percorso. E da non escludere anche i dilettanti. Insomma, sarà un altro evento eccitante e, come al solito, non vedo l’ora di viverlo!