Non si chiama Ryder Cup, ma è come se lo fosse. La 31ª Phoenix Cup, che si disputerà a Phoenix dal 21 al 24 settembre, è una delle competizioni più prestigiose e attese del golf paralimpico mondiale ed è universalmente conosciuta come la Ryder Cup Paralimpica.
In questa edizione, per la prima volta, al via ci sarà anche un italiano, il lecchese Cristiano Berlanda, classe 1974. Un appuntamento, quello in programma negli Stati Uniti, che va ben oltre lo sport: qui si incontrano passione, talento e determinazione, in una sfida che unisce atleti di altissimo livello provenienti da due continenti.
La squadra Europea, detentrice del titolo conquistato lo scorso anno sull’Old Course di St Andrews, scenderà in campo per difendere con orgoglio la prestigiosa Coppa vinta a pochi chilometri da Edimburgo. Dall’altra parte ci sarà la squadra statunitense che proverà invece con tutte le sue forze a riconquistare il trofeo davanti al proprio pubblico.
Al suo esordio nel team europeo, Cristiano Berlanda vive una vigilia di forti emozioni. Il golfista focomelico, che da anni calca i campi di tutta Europa con risultati eccellenti, è stato convocato a marzo dal capitano inglese Graham Moore e la notizia, ovviamente, è stata accolta con grande gioia. Da quel momento, insieme al commissario tecnico della Nazionale Nicola Maestroni, Berlanda ha intrapreso un intenso percorso di preparazione tecnica non trascurando la parte atletica.
“Cristiano ha tutte le carte in regola per dare il massimo e portare un grande risultato alla squadra europea” afferma l’allenatore Nicola Maestroni, che lo segue da vicino. Il torneo, che si giocherà sul percorso del Raden Golf Club di Phoenix con la formula classica della Ryder Cup, si preannuncia acceso e combattuto.
Le parole di Berlanda
A Berlanda abbiamo chiesto cosa significhi essere il primo italiano a indossare i colori Europei in una Ryder Cup Paralimpica e con la sua semplicità e serenità che lo contraddistinguono, non ha nascosto il suo stato d’animo:
“Non dormo la notte – dice -. Il mio impegno nella preparazione è stato massimo e devo ringraziare il presidente della FIG Cerchiai e tutta la Federazione che mi hanno sempre dato tutto l’appoggio possibile, anche nei momenti più difficili. Un grazie va anche a mia moglie Yasmin, a tutti i miei compagni di squadra Paralimpica, da Perrino a tutto il Team Azzurro, senza dimenticare il Centro Protesi Inail di Budrio per la Protesi tecnica messa a disposizione. Un grazie non può mancare al Golf Club Lecco che con Michele Rigoni mi ha sostenuto nel quotidiano, così come il Direttore Tecnico Nazionale Roberto Zappa sempre disponibile per i preziosi consigli sul gioco”.
E subito dopo Phoenix, lo spettacolo continuerà perché due giorni più tardi, a New York, scatterà anche la vera Ryder Cup e come titolano i Tabloid inglesi «Due Ryder Cup potenti, un unico obiettivo: vincere e portare a casa la Coppa».
Berlanda nel Team Europe della Ryder Cup Paralimpica