Nel tardo pomeriggio californiano, mentre le ombre si allungavano sui fairway di Old Greenwood, un giovane rookie ha scritto il primo capitolo epico della sua carriera sul PGA Tour. Ryan Gerard, volto fresco ma spirito temprato, ha domato le insidie del Modified Stableford con un coraggio da veterano e la mano ferma di chi sa che certe occasioni non si presentano due volte.

Il Barracuda Championship non è un torneo come gli altri.

Qui non si gioca a evitare gli errori: si premia l’audacia, si celebra l’attacco. Un birdie vale due punti, un eagle ne dà cinque, mentre bogey e doppi bogey ti strappano via il punteggio come un rough che inghiotte la palla. È una gara pensata per chi osa, per chi guarda la bandiera e non il pericolo.

Gerard lo ha capito subito. Due fiammate, doppie raffiche da sette punti – prima tra la 2 e la 3, poi alla 10 e 11 – lo hanno proiettato in testa. Eppure, non è stata una cavalcata senza ostacoli. Cinque bogey hanno rischiato di rovinare la tela che stava tessendo. Ma nei momenti di difficoltà, quando il punteggio comincia a scendere e i pensieri si affollano sotto la visiera, Gerard ha trovato risposte. Un birdie sulla 14 ha rimesso in asse la sua marcia, e da lì in avanti, ha giocato con la calma di chi non teme lo score, ma lo governa.

Capitolo 999

Sul green della 18, quando la pallina è scomparsa nella buca, Ryan Gerard è diventato il 999° vincitore nella storia del PGA Tour. Un numero che non ha nulla di casuale: il penultimo prima della soglia dei mille, quasi a voler dire che lui è il ponte tra la storia passata e quella che verrà.

Le sue parole, semplici e sincere, hanno risuonato come un wedge ben impattato: “È il risultato di tanto lavoro, tanta fiducia e un sacco di persone che mi hanno aiutato lungo il percorso”. E dentro quel percorso c’è il Korn Ferry Tour, c’è la sua North Carolina, c’è la fatica delle qualifiche, dei tagli mancati, dei voli low cost e delle camere condivise.

Ma oggi, sotto il sole di Truckee, Gerard ha firmato la sua prima carta vincente.

Si è guadagnato un assegno da 720.000 dollari, un posto garantito al PGA Championship e, soprattutto, la consapevolezza di potersela giocare con i grandi. Sul green, i compagni lo hanno inondato con la tradizionale doccia di champagne e acqua, ma ciò che davvero lo ha inzuppato è stato l’affetto del pubblico e il peso dolce della vittoria.

Nota amara per l’unico italiano in campo, Andrea Pavan, che non è riuscito a superare il taglio.

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