Nasce in Irlanda, nel 1987, il ragazzotto di nome Shane Lowry che, a soli 22 anni nel 2009, è entrato nella storia del golf vincendo da dilettante l’Open del proprio paese. Dieci anni dopo la storia si ripete, questa volta al Royal Portrush, in Irlanda del Nord, e nella vetrina più importante, quella dell’Open Championship, per un successo che lo ha proiettato nella leggenda.

Un’impresa memorabile la sua: nessuno sul tour europeo era mai riuscito a conseguire una doppietta simile, e per di più in casa.

Shane era sicuramente un ottimo amateur ma quella vittoria all’Irish Open nel 2009 lasciò davvero tutti a bocca aperta.

Dopo essere andato al comando nel secondo giro con uno strepitoso 62, Lowry dimostrò allora tanto cuore e soprattutto nervi saldissimi per resistere alla pressione delle ultime 36 buche e portare a casa il prestigioso trofeo, vincendo alla terza buca di playoff contro Robert Rock.

Quel successo lo ha ovviamente convinto a passare al professionismo prima del previsto e a rinunciare alla Walker Cup, la Ryder dei dilettanti.

La scelta si è dimostrata giusta e Lowry è andato in crescendo anno dopo anno, dimostrando oggi di poter aspirare con diritto a un posto in Ryder Cup.

Gioco aggressivo dal tee e mani vellutate intorno ai green lo rendono davvero un avversario difficile da battere in match play.

Il campione Irlandese in carriera non ha probabilmente vinto tanto quanto avrebbe potuto ma i successi ottenuti sono sicuramente di altissimo livello, a partire dall’ultimo, l’Open Championship.

Oltre al Portugal Masters del 2012, Lowry ha vinto un WGC, il Bridgestone Invitational nel 2105, e un torneo delle Rolex Series, l’Abu Dhabi HSBC Championship nel gennaio del 2019.

A queste vittorie dobbiamo aggiungere il secondo posto nello U.S. Open 2016, un major chiuso con l’amaro in bocca.

Dopo aver dominato il torneo fino al terzo giro, chiudendo le prime 54 buche con un vantaggio di quattro colpi sugli inseguitori, Shane si è visto sfuggire la vittoria nelle ultime buche, dopo uno splendido testa a testa con Dustin Johnson.

Una grande delusione per il fuoriclasse Irlandese ma un risultato che lo ha definitivamente incoronato nell’èlite del golf mondiale.

Negli anni a seguire Lowry ha avuto una leggera flessione, dovuta anche alla difficoltà del passaggio dal circuito europeo a quello americano.

Sono tanti infatti i fuoriclasse europei ad aver pagato questa difficile scelta e questo ci deve far capire ancor di più le eccelse qualità di Francesco Molinari.

Il ritorno al successo nel 2019 è stato frutto del continuo lavoro svolto con il suo coach e mentore di sempre, Neil Manchip.

Anche il carisma di Brian “Bo” Martin, il suo nuovo caddie Irlandese, ha avuto un ruolo importante in questa recente vittoria. Shane, Neil e Bo formano davvero una squadra perfetta e affiatata, un team tutto ‘Made in Ireland’!

L’intelligenza del suo coach, Neil Manchip, è dimostrata dal fatto che abbia sempre rispettato le caratteristiche di Shane, senza mai avventurarsi in pericolose strade alternative o esperimenti tecnici.

A mio parere lo swing di Lowry combacia perfettamente con il suo fisico.

I suoi allenamenti sono quasi esclusivamente concentrati sul controllo della distanza e degli effetti; non ho mai visto Shane lavorare con esercizi mirati a cambiare le caratteristiche tecniche del suo swing.

Quando lo vedo in campo pratica, rispetto alla maggior parte dei giocatori moderni, sembra concentrarsi più nell’ottimizzare le proprie qualità che nell’andare alla ricerca del perfezionamento tecnico, seguendo strade che non gli appartengono.

Il suo coach mi ha detto che molto spesso fanno lunghe sessioni di colpi con fade, non tanto per utilizzare questo effetto in gara ma per evitare che il suo draw si amplifichi mese dopo mese, spingendo il bastone sempre più sotto il piano ideale.

È di consuetudine fra i pro lavorare sull’effetto opposto a quello naturale e spesso viene fatto proprio per limitare la propria tendenza .

Ovviamente questi esercizi tornano utili a Lowry anche per non farsi trovare impreparato nel momento in cui vi sia la necessità di far girare la palla da sinistra a destra.


SWING ZONE

1_Ottima posizione sulla palla. Da notare la linea delle spalle leggermente più aperta (a sinistra) rispetto alla linea dei piedi.

A_Dalla foto frontale si nota che i piedi sono quasi perpendicolari alla linea di tiro. Il piede sinistro in par- ticolare è molto dritto rispetto alla media e sarà poi costretto ad aprirsi per permettere al corpo di svitarsi verso il bersaglio.

2_Nel takeaway il bastone va all’interno, sotto il piano dell’avambraccio. Le spalle iniziano a ruotare mentre i fianchi resistono.

B_Shane rimane sul posto e allontana il bastone ca- ricandolo velocemente.

3_Il marchio di fabbrica di Shane Lowry! Il bastone è across, non per overswing ma per l’azione delle braccia e dei polsi. Il polso sinistro infatti si scarica a fine corsa.

C_Da questa immagine possiamo osservare l’ottima centralità nella rotazione di Lowry; la testa rimane esattamente nel punto di partenza e la spalla sinistra non va oltre la palla. Le braccia completano il back portando il bastone all’apice e il polso destro lo carica per dare poi velocità nel downswing.


4_Posizione fantastica per un giocatore di draw. Ba- stone appena sotto il piano e corpo perfettamente allineato. Lowry partendo da una posizione across è costretto infatti ad aspettare con il corpo, per dare il tempo al bastone di riallinearsi.

D_Ottimo appoggio della parte bassa del corpo. Il bastone aumenta ulteriormente la sua carica tanto che la mano destra, per reggere quella posizione, perde addirittura il contatto del mignolo destro sulla mano sinistra.

5_Impatto perfetto per un giocatore di draw dotato di mani d’oro! Come possiamo osservare il corpo non ha alcuna rotazione superflua e ritorna quasi squa- re all’impatto. L’avambraccio destro è sotto a quello sinistro, che a sua volta è perfettamente parallelo al piano dello shaft. Curioso notare che all’address il braccio destro fosse in posizione opposta, ovvero sopra al sinistro.

E_Anche questa immagine ci dimostra una grande solidità d’impatto. I piedi sono ancorati al terreno, il corpo ben appoggiato a sinistra in posizione simile a quella dell’address, ovvero con poche rotazioni verso l’obbiettivo. Le mani sono in posizione perfetta e le braccia sembrano essere anche molto rilassate. In questa fase pre-impatto mi piace vedere le mani ap- pena all’interno della coscia sinistra e lo shaft parallelo alla tibia destra.

6_Il piede sinistro di Lowry perde aderenza e scivola verso il bersaglio per poter permettere alla parte destra di passare, il corpo è ora libero di svitarsi con facilità.

F_Il peso è scivolato verso il tallone sinistro. Il corpo è in perfetto equilibrio sull’asse della gamba sinistra.


PUNTI DI FORZA

Il gioco corto è sicuramente una delle armi più efficaci a disposizione di Lowry. Il campione irlandese sembra davvero nato con il sand wedge in mano; riesce ad accarezzare il terreno con la suola del bastone e a far partire la palla alta e lenta anche dai terreni più duri, una delicatezza e un controllo di spin davvero eccezionali.

PUNTI DEBOLI

La parte più debole del suo gioco credo sia la consistenza dal tee. C’è da dire che Shane gioca sempre all’attacco ed è quindi più facile incorrere in qualche errore di troppo. Tecnicamente i brutti colpi arrivano quando, nella ripartenza dall’apice, il bastone va a mettersi troppo sotto piano e lo costringe a un pericoloso e tardivo recupero con le mani in prossimità dell’impatto. La maggior parte dei suoi errori sembrano infatti essere colpi a sinistra (hook) provocati da un bastone che spinge verso destra con un face angle chiuso.