Pebble Beach festeggia i suoi cento anni ospitando per la sesta volta il major più antico d’America, lo U.S. Open, giunto alla sua 119esima edizione.

Si inizia dalle 6:45 del mattino con partenze doppie dalla 1 e dalla 10 e con un programma ricchissimo tra mattino e pomeriggio, con i big sapientemente suddivisi per non scontentare nessuno.

Un primo giro che, a giochi fatti, ha poi mostrato un Pebble Beach più clemente di quello che si temeva alla vigilia, vuoi anche per le condizioni climatiche da calma piatta assoluta, soprattutto al mattino, green piuttosto morbidi e bandiere non sempre impossibili, alla faccia di chi era già pronto a sparare sui setup terribil della USGA.

Al mattino non hanno tradito molti dei protagonisti piu attesi tra cui Rickie Fowler, che prende la testa del torneo in compagnia di Louis Oosthuizen e di Xander Schauffele con 66 a un solo colpo dallo score più basso mai fatto registrare in uno U.S.Open giocato a Pebble Beach.

Fowler è uno dei nomi caldi di questa vigilia, senza dubbio il più forte tra i top player a non avere ancora vinto un major. A Pebble Beach disputa il 39esimo torneo dello Slam in carriera e conta tre secondi posti e un terzo. Allo U.S. Open ci è andato vicinissimo nel 2014 superato solo da Martin Kaymer a Pinehurst.

Il birdie mancato per un nulla alla 18 non gli regala la soddisfazione della leadership solitaria provvisoria ma la consapevolezza che anche in questo major si giocherà tutte le carte per togliersi definitivamente dì dosso l’etichetta di miglior giocatore al mondo senza major che ormai inizia a diventare sempre più scomoda.

Belle prove anche di Scott Piercy, 67 e quarto, entrato solo lunedì scorso nel field come numero 59 del World Ranking, e di Rory McIlroy, finalmente ad alti livelli anche in un major dopo le deludenti prestazioni di Masters e PGA di quest’anno.

Delusione Dustin Johnson, autore di un anonimo 71 e di Phil Mickelson (72) a 49 anni a caccia dell’ ultimo major mai vinto, lo U.S. Open, per completare lo storico Grande Slam alla carriera.

Tutti gli occhi puntati sui flight del pomeriggio, con il nostro Francesco Molinari impegnato con Mr. Major Brooks Koepka, e poi il Fenomeno Tiger, che punta al quarto U.S. Open in carriera, oltre a tutti gli altri big del fiel a partire da Justin Rose, atteso a un riscatto dopo le delusioni dei primi due major.

La sorpresa si chiama Aaron Wise, il 22enne talento americano gioca il suo terzo U.S. Open dopo due tagli mancati e si infila nel gruppetto dei leader con un giro di grande livello e con pochissime sbavature. Vincitore del AT&T Byron Nelson nel 2018 veniva da due tagli mancati nel Memorial e nel Canadian Open ma al Masters ha ottenuto un ottimo 17esimo posto mentre al PGA ha chiuso 41esimo.

Brooks Koepka spaventa con 4 birdie nelle prime sei buche ma poi inizia a soffrire anche lui le insidie di Pebble Beach chiudendo in 69, 16esimo.

È un Tiger Woods a fasi alterne invece quello di questo primo giro, tra colpi spettacolari e recuperi impossibili. Un paio di clamorosi errori lo hanno costretto a un giro però sempre al recupero, salvato solo dal suo enorme talento. Con 70 è 28esimo con il  50% dei green presi in regulation.

La notizia del pomeriggio arriva da un ritrovato Justin Rose, che con soli nove green in regulation riesce grazie a un gioco corto spettacolare a chiudere in 65 a superare il quartetto in testa dal mattino grazie a un finale fortissimo con tre birdie nelle ultime tre buche. Rose, che lo U.S. Open lo ha già vinto nel 2013 a Merion, torna così protagonista in un major e entra addirittura nella storia del torneo pareggiando il giro più basso mai fatto registrare a Pebble Beach nelle sei edizioni del major americano qui disputate.

Ultima doverosa nota per i nostri azzurri: Renato Paratore ha sofferto l’esordio nei major ma seppur iniziando con un pesantissimo doppio bogey ha fatto ricorso a tutta la sua classe per tenere chiudendo in 75 oltre la centesima posizione. Venerdì ci vorrà un giro d’attacco è uno score molto diverso non avendo più nulla da perdere per passare il taglio e regalarsi 36 buche anche nel  week end.

Francesco Molinari, solido e concreto come ci ha abituato ormai da tempo, firma un ottimo giro in 68 chiuso con il birdie 4 alla 18 e con un paio dì recriminazioni per un punteggio che avrebbe potuto regalargli un paio di colpi in meno. Il suo -3 finale lo lascia però in ottava posizione, in piena corsa per giocare anche questo major ancora una volta da assoluto protagonista.