La Ryder Cup 2020 rischia seriamente lo slittamento di un anno, evento che riporterebbe la massima competizione del golf mondiale ad essere disputata negli anni dispari. Si tratta del terzo evento sportivo più seguito al mondo e non può permettersi di essere disputato a porte chiuse. Così, visto l’andamento dell’epidemia negli States e le difficoltà legate agli spostamenti, la strada pare oramai segnata.

Come vi avevamo riportato non ci sarebbero problemi per la scelta dei 24 giocatori da schierare. Sia capitan Harrington che Stricker si erano detti disponibili nel scegliere integralmente il proprio team. Se da una parte l’evento darebbe un segnale importante alla ripresa, dall’altra il golf non può permettersi il rischio di un flop.

Ryder Cup verso lo slittamento, parola di Rory

L’argomento Ryder è tornato fortemente in auge dopo le dichiarazioni di Rory McIlroy. Non uno qualunque, bensì il numero uno al mondo. “La mia impressione è che la Ryder Cup 2020 verrà posticipata al 2021. Onestamente credo questa sia la scelta più giusta”.

Questa la dichiarazione che ha spostato i fragili equilibri tra i piatti della bilancia tra pro e contrari all’evento attualmente in programma dal 25 al 27 settembre nel Wisconsin. Rory era stato tra i primi a schierarsi contro l’ipotesi porte chiuse della Ryder Cup e oggi, visto l’evolversi della pandemia negli States e la necessità di prendere una decisione, ha ribadito la propria posizione alla BBC Sport dell’Irlanda del Nord. “Penso che la maggior parte dei giocatori voglia che l’evento sia rimandato di un anno per consentire al pubblico di prenderne parte. Perché sono i giocatori stessi ma anche i fan a rendere speciale questo evento. Obiettivamente non riesco a prevedere altri scenari rispetto a quello dello slittamento di un anno della competizione”.