Prima vittoria in un major per Dustin Johnson. Il neo campione dello U.S. Open, che compirà 26 anni il prossimo 22 giugno, ha meritatamente conquistato il suo decimo e più importante successo sul PGA Tour (-4, 67 69 71 69) lasciando a tre lunghezze un terzetto di avversari.

Jim Furyk, Scott Piercy e l’irlandese Shane Lowry (-1) sono stati gli unici altri in gara a finire sotto par, confermando una volta di più l’enorme difficoltà dello U.S. Open, prova che spesso dimostra di essere brutale anche per i grandi campioni.

Dustin, che alla fine della gara, conclusa con un meraviglioso birdie, ha unito il figlio Tatum e la moglie Paulina Gretsky in un abbraccio liberatorio, ha disputato un giro impeccabile. Tre birdie e un bogey hanno segnato il suo score, che però è stato poi appesantito per un assurdo colpo di penalità alla buca 5. La palla di Dustin si è impercettibilmente mossa sul green mentre si stava preparando a pattare, ma anche dalle più ravvicinate immagini appare chiaro che Johnson non ha avuto alcuna responsabilità nel millimetrico spostamento. Il ruling gli è stato comunque contrario e Dustin lo ha accettato al momento della consegna dello score, quando è stata aggiunta la penalità che non ha comunque modificato in maniera tangibile il risultato.

“Mi sono concentrato esclusivamente sul mio gioco – ha detto al termine Dustin Johnson – senza pensare agli altri. Avevo per avversario solo il campo. Così ho cercato di eseguire buoni colpi lunghi per poi chiudere con due putt. Ho avuto un ottimo feeling con il putter e questo è stato in gran parte determinante. Avere un major nell’albo d’oro? Fa sentire veramente bene, specie dopo aver perso in precedenza alcune opportunità. Inoltre il successo è giunto in un momento importante anche per la vita famigliare, poiché fra tre giorni sarà il mio compleanno. La penalità? Visto che non ha influenzato il risultato non mi ha creato alcun problema. Inoltre sono certo di non aver fatto nulla per provocare il movimento della palla”.

Da segnalare che nella stagione in corso, Johnson ha già ottenuto ben nove top ten nei 14 tornei fin qui disputati, in cui ha sempre passato con facilità il taglio. Con il successo nel 116° U.S. Open, Dustin ha guadagnato già circa cinque milioni di dollari.

Migliore di giornata l’inossidabile Jim Furyk con un superlativo 66, segnato da cinque birdie e dall’unico bogey proprio all’ultima buca. Rientrato in clubhouse molto prima degli altri pretendenti al titolo, ha assistito al progressivo “scioglimento” di Lowry, partito in testa (-7) con ben 4 colpi di vantaggio e arrivato con altrettante lunghezze di ritardo (giro 6 sopra par). Per l’irlandese un unico birdie a fronte di ben sette bogey, tre dei quali consecutivi alle buche 14, 15 e 16, determinati da un totale sfasamento del suo putting. Ha ceduto nel finale anche Scott Piercy, con bogey alla 16 e alla 18, che a metà delle seconde nove buche aveva addirittura accarezzato sogni di vittoria.

Terribile giornata per Lee Westwood (dieci sopra par), crollato dal quarto al 32° posto, mentre sono rimasti aggrappati alle posizioni con le unghie e con i denti Sergio Garcia, Branden Grace, Kevin Na, Jason Dufner, Zach Johnson e Jason Day, che si sono divisi gli altri posti fra i primi dieci. Tredici le posizioni perse da Andrew Landry, finito 15° dopo essere partito con l’ultimo flight in compagna di Lowry, a pari merito con DeChambeau. Solo 37° Jordan Spieth (+9), con un 75 di giornata.

Tutto sommato positiva la partecipazione di Matteo Manassero (46°), unico italiano in gara. Il campione veronese (+10, 76 70 71 73) sembra continuare sulla strada di un lento recupero delle posizioni che crediamo meriti a livello mondiale. Se vediamo l’elenco di chi gli è finito alle spalle, a cominciare da McIlroy e Watson, per continuare con Rose, Mickelson e Fowler e molti altri “big”, ci auguriamo che Matteo faccia presto altri importanti passi avanti verso i vertici delle classifiche. La qualifica allo U.S. Open e gli ultimi tagli superati dovrebbero essere un buon viatico.

Il montepremi era di 10.000.000 di dollari.

TERZO GIORNO – L’US Open continua a marciare in ritardo e anche il terzo giro non è stato portato a termine con 25 giocatori che debbono completarlo. Tra costoro Matteo Manassero, 51° nella classifica parziale, fermato dopo 14 buche sul punteggio di “+8” totale (76 70 e parziale di +2).

Sul percorso dell’Oakmont CC (par 70), a Oakmont in Pennsylvania, è in vetta con – 5 l’irlandese Shane Lowry (68 70 e parziale di -3), anch’egli uscito dal campo alla 14ª, con due colpi di vantaggio su Andrew Landry (“meno 3” alla 13ª), vera sorpresa del torneo, che continua a mantenersi nelle posizioni d’avanguardia. Al terzo posto con -2 Dustin Johnson (13ª, nella foto), al comando dopo due turni, l’inglese Lee Westwood (15ª) e lo spagnolo Sergio Garcia (14ª).

Leader in clubhouse è il sudafricano Branden Grace con 209 (-1), sesto nella graduatoria, e hanno concluso anche l’australiano Jason Day, numero uno mondiale, e Bryson DeChambeau, ottavi con 211 (+1), ma il loro score probabilmente li esclude già dalla lotta per il titolo, anche se molto dipenderà dalle condizioni climatiche che troveranno coloro che debbono tornare sul percorso prima dell’inizio del quarto turno.

Sono sicuramente fuori gioco il sudafricano Charl Schwartzel, 21° con 213 (+3), Jordan Spieth, numero due del world ranking e campione uscente, 29° con 214 (+4) insieme a Matt Kuchar e al nordirlandese Graeme McDowell. Più indietro Bubba Watson, 46° con 217 (+7), e l’inglese Danny Willett, vincitore del Masters, 51° con 218 (+8).

Riprenderanno di buon mattino, tra gli altri, Zach Johnson, ottavo con “+1”, e l’australiano Adam Scott, 12° con “+2”, entrambi con una buca da giocare, e il tedesco Martin Kaymer, 29° con “+ 4” (13ª).

Il taglio, caduto a 146 (+6), ha bocciato parecchi giocatori di primo piano: Phil Mickelson, 68° con 147 (+7), il nordirlandese Rory McIlroy, numero tre al mondo, Patrick Reed e gli inglesi Justin Rose, Luke Donald e Paul Casey, 75.i con 148 (+8), Keegan Bradley, 89° con 149 (+9), il sudafricano Ernie Els, 100° con 150 (+10), e Rickie Fowler, 107° con 151 (+11)

Shane Lowry, 29enne di Mullingar con due titoli nell’European Tour e uno nel WGC (Bridgestone Invitational, 2015), appare a suo agio sui tracciati statunitensi e ha ottenuto in stagione risultati apprezzabili nel PGA Tour tra i quali un sesto posto nel Phoenix Open. Cinque birdie e due bogey lo hanno portato in cima alla classifica e ora ha ancora quattro buche per migliorarsi.

Matteo Manassero ha condotto il secondo giro in 70 colpi (par, con quattro birdie e quattro bogey) e in tal modo ha recuperato superando il taglio, poi nella frazione di terzo disputata, dove è partito dalla 10ª, è rimasto in par per nove buche (un bogey e un birdie) e ha perso due colpi nelle prime tre di rientro con la sequenza birdie-doppio bogey-bogey.

Il montepremi è di 10.000.000 di dollari.

Il torneo su SKY – La giornata finale dell’US Open sarà teletrasmessa in diretta, in esclusiva e in alta definizione da Sky, sul canale Sky Sport 2 HD, con collegamento dalle ore 18 alle ore 1,30. Commento di Silvio Grappasonni, Roberto Zappa, Nicola Pomponi, Alessandro Lupi, Donato Di Ponziano e di Massimo Scarpa.

SECONDO GIORNO: In forte ritardo il cammino dello U.S. Open 2016. Il maltempo che ha imperversato giovedì e che ha reso difficile e poco regolare lo svolgimento della gara ci consegna al tramonto del venerdì un Dustin Johnson (67 69) al comando, insieme a Andrew Landry a -4, che però non ha nemmeno iniziato il secondo giro. E, visto che quasi tutti gli score di quelli che hanno giocato ieri si sono “appesantiti” in campo, si può ipotizzare che quello di Johnson potrebbe rimanere un punto di riferimento importante. Sono ben 70 i concorrenti che devono ancora iniziare il secondo giro, che parte all’alba americana di oggi, per cercare di recuperare un po’ del tempo perduto.

Difficile perciò fare previsioni con una classifica così confusa. Manassero (+6 il primo giorno) a un certo punto era oltre la centesima posizione e, pur senza giocare una buca, ora è 72°, un colpo sotto il taglio, approfittando delle difficoltà di chi invece era in campo a confrontarsi con i green di Oakmont sempre più veloci.

Tra i giocatori che hanno concluso sono dietro a Dustin Johnson, con due colpi di ritardo, Scott Piercy e lo spagnolo Sergio Garcia, quarti con 138 (-2), Daniel Summerhays e l’inglese Andy Sullivan, settimi con 139 (-1). Sono stati fermati lungo il percorso l’australiano Adam Scott, 14° con il par dopo 15 buche, il sudafricano Louis Oosthuizen, 21° con “+1” (15ª), l’australiano Jason Day, leader mondiale, 55° con “+5” (15ª), l’inglese Justin Rose, 72° con “+6” (16ª), e Phil Mickelson, 93° con “+7” (16ª).

Hanno giocato solo 18 buche l’inglese Lee Westwood, terzo con “meno 3” (67 colpi),  Bubba Watson, settimo con “meno 1” (69), Jordan Spieth, campione uscente, 29° con “+2” (72), Danny Willett e Paul Casey (75, +3), 55.i come Day,  e il nordirlandese Rory McIlroy, 93° (77, +7) insieme a Mickelson.

Il montepremi è di 10 milioni di dollari.

Il torneo su SKY – L’US Open viene teletrasmesso in diretta, in esclusiva e in alta definizione da Sky, sul canale Sky Sport 2 HD, con collegamenti ai seguenti orari: sabato 18 giugno, dalle ore 18 alle ore 1; domenica 19, dalle ore 18 alle ore 1,30. Commento di Silvio Grappasonni, Roberto Zappa, Nicola Pomponi, Alessandro Lupi, Donato Di Ponziano e di Massimo Scarpa.

PRIMO GIORNO: Il maltempo è stato il protagonista nella giornata iniziale dell’US Open, il secondo major stagionale che si sta disputando sul percorso dell’Oakmont CC (par 70), a Oakmont in Pennsylvania. Sono partiti solo 78 dei 156 giocatori nel field dei quali appena nove giunti in club house.

Nella classifica provvisoria, che ha valore molto relativo, Matteo Manassero, unico azzurro in gara, è al 45° posto con un “+5”  maturato dopo 15 buche e con tre a disposizione per migliorarsi. E’ in vetta con “meno 3” Andrew Landry, fermato alla 17ª, seguito con “meno 2” da Bubba Watson (14ª) e dal neozelandese Danny Lee (13ª). Al quarto posto con 69 Scottie Scheffler e con lo stesso “meno 1” Harris English (12ª), Kevin Streelman (16ª) e l’inglese Lee Westwood (13ª).

Sono scesi in campo Jordan Spieth, numero due mondiale e campione uscente, 16° con “+1” alla 11ª insieme a Bryson DeChambeau, e Rory McIlroy, numero tre, 38° con “+4” dopo 13 buche alla pari con gli inglesi Danny Willett (12ª), vincitore del Masters, e Paul Casey (14ª).

Debbono iniziare, tra gli altri, il torneo gli australiani Jason Day, leader del world ranking, e Adam Scott, gli statunitensi Phil Mickelson, Dustin Johnson e Jim Furyk, lo spagnolo Sergio Garcia e i sudafricani Ernie Els e Louis Oosthuizen.

Si è ritagliato un momento di gloria, nato da cinque birdie e da due bogey, Andrew Landry, 29enne di Port Neches in Texas, con un titolo nel Web Com Tour, datato 2015, e solo tre volte al traguardo in undici gare stagionali, un guadagno di appena 69.130 dollari e il 624° posto nella graduatoria mondiale.

Cinque birdie e tre bogey nelle 14 buche di Bubba Watson e per Matteo Manassero due birdie, cinque bogey e un doppio bogey.

PROLOGO: Matteo Manassero è l’unico italiano in gara nell’US Open (16-19 giugno), il secondo major stagionale in programma sul percorso dell’Oakmont CC, a Oakmont in Pennsylvania. Il veronese non vi partecipava dal 2013 e ha trovato posto nel field classificandosi nono nella qualifica disputata al Walton Heath Golf Club in Inghilterra.

Difende il titolo Jordan Spieth, numero due mondiale, che non appare nelle condizioni dello scorso anno, ma ciò non lo toglie dal terzetto dei grandi favoriti insieme all’australiano Jason Day, numero uno, e al nordirlandese Rory McIlroy, numero tre. Al via 156 giocatori provenienti da 23 nazioni. Dopo il primo titolo major Willett, nono nel world ranking. è stato molto alterno, uscendo al taglio nel The Players Championship e poi terminando terzo nel BMW PGA Championship. Forma indecifrabile, ma di sicuro una mina vagante.

A contribuire allo spettacolo ci saranno gli altri sei giocatori tra i top ten della classifica mondiale: Bubba Watson, Rickie Fowler, Dustin Johnson, lo svedese Henrik Stenson, l’australiano Adam Scott e l’inglese Justin Rose. C’è una certa attesa per Phil Mickelson, apparso su di tono nel FedEx St. Jude (2°), e per Dustin Johnson, quinto nella stessa gara. Sono da seguire anche lo spagnolo Sergio Garcia, il tedesco Martin Kaymer, i sudafricani Charl Schwartzel e Louis Oosthuizen e, con una certa curiosità, il neo pro Bryson DeChambeau, che disputò un ottimo Masters (21°) proprio prima di cambiare categoria.

Il percorso (par 70, yards 7.219), che è molto impegnativo e che sarà naturalmente preparato per mettere in ulteriore difficoltà i concorrenti, ha una prerogativa: la buca 12, par 5 di 632 yard, è la seconda più lunga dove si sia giocato il torneo.

Matteo Manassero, come detto, torna a disputare un major e questo crediamo che per lui sia già un grosso successo in questo momento non facile. Nel primo giro il veronese è sul tee di partenza della buca 1 insieme all’austriaco Bernd Wiesberger e a Daniel Berger, vincitore del St. Jude Classic la scorsa settimana, alle 7,40 ora locale (ore 13,40 italiane). Il montepremi è di 10 milioni di dollari.

Il torneo su Sky – L’US Open viene teletrasmesso in diretta, in esclusiva e in alta definizione da Sky, sul canale Sky Sport 2 HD, con collegamenti ai seguenti orari: giovedì 16 giugno e venerdì 17, dalle ore 19 alle ore 2; sabato 18, dalle ore 18 alle ore 1; domenica 19, dalle ore 18 alle ore 1,30. Commento di Silvio Grappasonni, Roberto Zappa, Nicola Pomponi, Alessandro Lupi, Donato Di Ponziano e Massimo Scarpa.