Jim Herman (273 – 69 69 67 68, -15) ha trovato a 39 anni il primo titolo nel PGA Tour battendo a sorpresa nello Shell Houston Open lo svedese Henrik Stenson e Dustin Johnson.

Sul percorso del GC of Houston (par 72) a Humble nel Texas hanno offerto una buona prova anche lo spagnolo Rafael Cabrera Bello, quarto con 276 (-12), Daniel Berger e Russell Henley, quindi con 277 (-11).

In chiave Masters difficile decifrare le condizioni di forma di Rickie Fowler e di Patrick Reed, decimi con 279 (-9), di Phil Mickelson, del sudafricano Charl Schwartzel e di Jordan Spieth, numero due mondiale che ad Augusta difenderà il titolo, 13.i con 280 (-8).

Infatti tutti e cinque sono andati un po’ a sprazzi, mancando di continuità, e quindi è difficile non pensare che abbiano interpretato il torneo come un allenamento utile per affinare qualcosa nel gioco.

Più indietro in classifica il thailandese Thongchai Jaidee, 33° con 284 (-4), e i sudafricani Ernie Els, 38° con 285 (-3), e Retief Goosen, 66° con 290 (+2).

Di sicuro non hanno tratto note positive l’iberico Sergio Garcia, 72° con 218 (+2), e l’argentino Angel Cabrera, 79° con 222 (+6), usciti nel mini taglio dopo il terzo giro, e gli altri eliminati dopo 36 buche: Keegan Bradley e l’indiano Anibarn Lahiri, 116.i con 147 (+3), e il sudafricano Louis Oosthuizen, 128° con 150 (+6), forse un po’ scarico dopo l’ottima prestazione nel WGC Dell March Play dove è stato superato in finale dall’australiano Jason Day (5/4) nuovo leader del World Ranking e rimasto per una settimana a riposo.

Jim Herman, che si è assicurato la bella cifra di 1.224.000 dollari su un montepremi di 6.800.000 dollari, ha concluso la sua corsa con cinque birdie e un bogey per un 68 (-4), score realizzato anche da Henrik Stenson, anch’egli con cinque birdie e un bogey. Per Dustin Johnson un parziale di 69 (-3) con sei birdie, un bogey e un doppio bogey.