Se volete un consiglio, non fate arrabbiare Diana Luna. Mai.

Perché dietro quell’immagine da gatta sul tetto che scotta corroborata dagli occhioni azzurri come il cielo e dalla pelle bianca come porcellana, si nasconde una guerrigliera pronta a dar fuoco alle polveri appena il momento si fa caldo.

Eppure, chi come la sottoscritta la segue da anni sul campo da golf, mai avrebbe potuto immaginare un tale vulcano di energia celato in questa giovane mamma, che sul percorso si muove leggiadra come una gazzella, senza mai una parola o un gesto fuori posto.

“Generalmente mi arrabbio per delle sciocchezze –racconta Diana alla fine del suo primo giro al Turkish Airlines Ladies Open in Antalya– E comunque, sì, mi arrabbio spesso, anzi, sbrocco proprio di brutto, ma solo quando le cose sono gestite male.

Per esempio 4 giorni fa all’aeroporto di Istanbul: io e la mia famiglia eravamo in transito per Antalya, carichi come muli con passeggini, box, sacca da golf, valige e quant’altro e pure con le due bimbe in braccio. Insomma: avevamo pochissimi minuti per salire sull’altro volo ma al controllo passaporti c’era una coda infinita.

Non ce l’avremmo mai fatta ad arrivare in tempo, per cui ho chiesto aiuto a una signora perché ci facesse passare, ma questa, niente: nonostante tutta la figliolanza al seguito, non ci ha neppure degnati di uno sguardo. Ecco: lì ho davvero sbroccato!”.

E il fatto che, mentre Diana racconta la sua arrabbiatura, il marito faccia di sì con la testa ma restando rigorosamente in silenzio, la dice lunga, anzi lunghissima, sul momento apocalittico che deve essere andato in scena all’aeroporto.

“Ma è che io sono un tipo severo. Lo sai, sì, che sono una severa? Prendi mia figlia, la grande di 5 anni: ero appena tornata dalla Cina, ancora in pieno jetlag e inizia a correre per casa verso una vetrata. Le dico di smetterla perché rischia di farsi male, ma lei continua. Lo sai che le mamme vedono le cose prima che accadano, no? Allora le ripeto di fermarsi, ma lei imperterrita continua a correre, finché non è finita dritta dentro la vetrata infrangendola totalmente. Nonostante fosse piena di schegge di vetro, con le braccia tagliate e ricoperta di sangue, non ha fiatato. Neppure mentre correvamo al pronto soccorso del Bambin Gesù a Roma. Secondo me aveva più paura del fatto che mi fossi arrabbiata con lei che dei tagli. Invece io ero morta dalla paura: meno male che tutto si è risolto con tre punti sul braccio, ma t’immagini che spavento?” .

Diana è tornata alle gare proprio in Cina, dopo uno stop di oltre cinque mesi durante i quali ha partorito Flavia, la sua secondogenita.

“È nata all’inizio di febbraio, un mese in anticipo sui tempi. Però io ho avuto delle emorragie fortissime, per cui per il mese successivo sono stata praticamente uno zombie, debolissima. E se tecnicamente non ho avuto problemi a ritrovare lo swing, sono invece molto indietro con la preparazione fisica: sono ancora stanca e non al top della forma”. E se al parto, all’incidente domestico della vetrata e alla trasferta cinese si aggiungono anche i lavori in casa che hanno costretto la famiglia a un rapido trasloco a casa dei suoceri, s’intuisce come Diana stia ancora tirando il fiato: “Conto di essere al 100% solo per luglio, diciamo per l’Open Championship di Turnberry. Adesso in campo questa debolezza fisica si traduce in una debolezza mentale, per cui cose che prima mi scivolavano addosso ora mi innervosiscono e finisco per pagarne le conseguenze sullo score”.

Ma non è che l’avere due bambine piccole ti levi troppa energia dal golf?

“Assolutamente no. Quando sono in campo sono del tutto serena. Le piccole sono al sicuro con mia mamma e non c’è mai un momento mentre gioco in cui mi ritrovo a essere preoccupata. Anzi. Il campo è sempre stato il posto dove sono più tranquilla in assoluto e se fuori mi arrabbio e pure spesso, mentre gioco sono pacifica e serena. Solo che fisicamente sto facendo fatica e dunque ne va della mia concentrazione”. Al che anche il caddie fidato annuisce e la riconsegna al marito.

Un’ultima domanda, Diana: l’essere diventata mamma una seconda volta non avrà smussato un po’ della belva golfistica che c’era in te?

“Oh no, neanche un po’. Cioè, fuori dal campo sono decisamente meno impaziente di un tempo. Non so se per via delle bambine o della maturità. Ma in campo la mia cattiveria agonistica è rimasta intatta”.

E in effetti, a guardarla, credo che ce ne accorgeremo presto, di qui a luglio: Diana Luna è tornata.