Dopo un paio di mesi di riposo, per riprendersi da una stagione che lui stesso aveva definito “troppo stressante”, Jordan Spieth torna al successo nell’Australian Open. Scivolato al quinto posto della classifica mondiale per una seconda parte dell’anno non sfavillante, il 23enne texano si era già imposto a Sydney nel 2014 e lo scorso anno era finito al secondo posto, in un torneo e su un campo (Royal Sydney GC) che evidentemente gli si addicono. E comunque è sembrato già in un discreto livello di forma, in vista di quello che è il suo dichiarato obiettivo: vincere per la seconda volta il Masters in aprile, dopo aver perso una grandissima chance quest’anno e aver chiuso al secondo posto quando ormai sembrava fosse sul punto di concedere uno storico bis.

Al termine del quarto giro, Spieth (69 70 68 69) è finito -12 pari merito con gli australiani Cameron Smith e Ashley Hall, autori di un notevole finale (-6 per entrambi nelle ultime 18 buche), lasciando indietro in classifica altri nomi di rilievo quali quelli di Adam Scotti, Aaron Baddeley, Rod Pampling, Robert Allenby e l’ex vincitore dello U.S. Open, Geoff Ogilvy, in testa dopo 54 buche.

Nello spareggio, il giovane americano ha dimostrato grande sangue freddo, riuscendo sul par 4 della buca 1 a infilare un putt da tre metri per il birdie, cancellando così le speranze dei suoi due avversari che hanno invece terminato nei colpi canonici. Per Smith e Hall c’è comunque la consolazione di aver già strappato il biglietto per l’Open Championship, in programma nel 2017 al Royal Birkdale.