Il circolo Franciacorta è inserito nel cuore di quella che è diventata, per i successi enologici internazionali, una delle zone d.o.c. più celebri d’Italia, è da anni punto di riferimento per tutto il nostro golf.

I motivi sono semplici: grande apertura ai giocatori esterni, calendario di gare da record (oltre 190 a stagione), 27 splendide buche, ristorazione di eccellente livello. Caratteristica speciale: una cantina importante e vendita al dettaglio.

A queste notevoli attrattive si aggiunge la facilità dei collegamenti: il casello di Rovato dell’A4 Milano – Venezia si trova a soli 5 chilometri dal Circolo). In aggiunta il fascino della Franciacorta, allungata fino al delizioso lago d’Iseo, e la grande varietà di alberghi e ristoranti che nella zona meritano una visita.

Senza contare monasteri, chiese, abbazie, ville, castelli dell’epoca medioevale e gli incantevoli panorami naturali. Per lunghi periodi dell’anno offrono un colpo d’occhio di grande intensità, grazie alla loro variegata flora.


Una terra nata per la viticoltura

La “Franzacurta” è un’area collinare il cui toponimo appare nei primi documenti attorno al XIII secolo.

Anche se qui la coltivazione della vite ha origini addirittura di epoca preistorica, il fenomenale successo che conosciamo oggi è relativamente recente.

I grandi boschi hanno lasciato il posto a un intensivo spiegamento di filari che, dopo la nascita delle prime cantine negli anni ’60, sul finire del decennio successivo sono stati al centro di un grande fermento.

L’accelerazione è stata rapidissima e, soprattutto negli ultimi 20 anni, la produzione si è spostata sulle celebri “bollicine. Il nome “Franciacorta” oggi è diventato sinonimo della stessa produzione DOCG ottenuta nei numerosi vigneti della zona, estesi su circa duemila ettari.


Non è perciò certo un caso che il Franciacorta Golf Club sia noto anche come “The Wine Golf Course”. L’appellativo chiarisce senza lasciare dubbi la principale ricchezza del suo fortunato territorio circostante, che comprende i confini di una ventina di Comuni.

Il circolo di Franciacorta è stato fondato 33 anni fa su terreni di proprietà di Vittorio Moretti, illuminato imprenditore del settore edile che poi ha allargato le mille attività del Gruppo Terra Moretti anche alla produzione di vino di altissima qualità. Il primo percorso su 18 buche venne disegnato dal grande Pete Dye, coadiuvato dal migliore architetto di golf italiano di quel periodo, Marco Croze.

Moretti, che di sé dice “sono toscano per nascita, milanese per formazione, franciacortino per scelta”, da oltre 20 anni ha affidato il ruolo di Presidente del club a uno dei più noti, esperti ed entusiasti uomini di golf italiani, Carlo Borghi.


Tre percorsi per 27 buche

Campo complesso quello di Franciacorta, dove bisogna impegnarsi e sperare anche nella giornata giusta per riuscire a staccare uno score da esibire con orgoglio.

Le 18 buche da campionato sono inserite nei percorsi Brut e Satèn e hanno una fisionomia molto varia. 

Alcune buche abbastanza mosse, che concludono i due giri da nove, salgono o scendono da un’area collinare e rendono difficile trovare punti senza il terreno con varie pendenze.

Il livello di manutenzione è fra i migliori in Italia, nonostante le non poche difficoltà create dalle nuove normative europee sull’utilizzo di preparati per la cura dei manti erbosi. Altra dote, i percorsi firmati da Dye e Croze propongono buche molto caratterizzate e ben diverse le une dalle altre.

Una caratteristica che deriva in parte dall’andamento del terreno, sul quale i due progettisti hanno adagiato fairway e green mai banali.

In cima alla lista delle buche la 11, signature hole del Circolo, che riproduce la celebre idea di un par 3 con green a isola. Pete Dye lo ha portato all’apoteosi nella famosa 17 di Sawgrass, ogni anno protagonista dell’imperdibile The Players.

Ma anche difficile da scordare la 6, par 5 che sul secondo colpo propone un ostacolo verticale che attraversa tutto il fairway e conosciuto come il celebre “muro di Franciacorta”.