A Melbourne, si impone la coppia danese Kjeldsen/Olesen, a quota -20. Seconde tre squadre (Francia, Cina e Stati Uniti) a quattro lunghezze. Ottimo piazzamento per Francesco Molinari e Matteo Manassero, che con -8 nella quattro palle conclusiva (terzo score di giornata) recuperano una posizione e si piazzano sesti (-14), alle spalle della Svezia (Noren/Lingmerth, -15). Appaiati agli azzurri i giapponesi Matsuyama e Ishikawa.

during day four of the World Cup of Golf at Kingston Heath Golf Club on November 27, 2016 in Melbourne, Australia.
World Cup of Golf al Kingston Heath Golf Club in Melbourne, Australia: Soren Kjeldsen e Tornbjorn Olesen con il trofeo vinto a quota -20.

TERZO GIORNO – L’Italia (Francesco Molinari/Matteo Manassero) è al settimo posto con 210 colpi (71 66 73, -6) a un giro del termine della ISPS Handa World Cup of Golf, che si sta svolgendo sul percorso del Kingston Heath GC (par 72), a Melbourne, in Australia.

Nel terzo turno, disputato con formula foursomes, la Danimarca (Soren Kjeldsen/Thorbjorn Olesen) ha realizzato un 70 (-2), secondo score di giornata, e con un totale di 202 (72 60 70, -14) ha portato a quattro colpi il vantaggio sugli Stati Uniti di Rickie Fowler/Jimmy Walker (206, -10), procurandosi l’occasione di cogliere il primo titolo in 58 edizioni dell’evento.

La classifica si è allungata e, nell’ultimo giro con formula fouballs, potrà contrastare i leader anche la Cina (Ashun Wu/Haotong Li), terza con 207 (-9), mentre sembrano un po’ troppi i sette colpi che debbono recuperare, anche se quarti con 209 (-7), il Giappone (Hideki Matsuyama/Ryo Iskikawa), in risalita dopo una falsa partenza, la Francia (Victor Dubuisson/Romain Langasque) e la Spagna (Rafael Cabrera Bello/Jon Rahm). La formula, però, facilita le grandi rimonte e, sotto questo aspetto, anche l’Italia potrà giocarsi le sue carte, almeno per salire sul podio.

Hanno guadagnato sette posizioni, 11.i con 212 (-4), l’Australia (Adam Scott/Marc Leishman), campione uscente che ha accusato più del dovuto l’assenza di Jason Day, numero uno mondiale e fermo per infortunio, e il Belgio (Thomas Pieters/Nicolas Colsaerts). Un risveglio tardivo che però lascia aperta la porta verso un ingresso tra i top ten.

Il gioco di Francesco Molinari e di Matteo Manassero non è stato fluido come nei primi due turni e i due azzurri hanno incontrato parecchie difficoltà nelle prime 11 buche in cui sono andati di tre colpi sopra par con quattro bogey a fronte di un solo birdie. È seguita però una bella reazione con birdie alle buche 13 e 14 per un 73 (+1), che comunque ha lasciato loro qualche chance.

I danesi sono partiti con un bogey, poi hanno espresso il meglio tra la quarta e la 13ª buca con quattro birdie e un bogey e hanno concluso con un errore alla 17ª. È stato comunque un bel 70 (-2) che ha consolidato la loro leadership. Ha detto Soren Kjeldsen: “Dobbiamo continuare con la nostra condotta aggressiva, ma anche stare molto accorti. Non dovremo pensare a difendere il vantaggio, ma mantenere la stessa mentalità dei primi tre giri e andare a caccia di birdie. Sono certo che domani nel fourball qualcuno potrà ripetere il nostro 60 o andarci vicino”.

Il miglior punteggio del turno è stato il parziale di 69 (-3) degli Stati Uniti (cinque birdie e due bogey) e dei canadesi David Hearn/Adam Hadwin (11.i) con quattro birdie e un bogey.

Nell’albo d’oro della World Cup of Golf figurano 24 successi degli Stati Uniti, cinque di Australia e Sudafrica e quattro della Spagna. Uno per l’Italia, siglato da Francesco ed Edoardo Molinari nel 2009, che ha ottenuto anche un secondo posto con Costantino Rocca e Massimo Florioli in Nuova Zelanda (1998). Il montepremi è di 8 milioni di dollari.