Che qualcosa stesse cambiando si era già avvertito la scorsa settimana in Scozia, dove con un ottima prestazione era riuscito ad ottenere un 15esimo posto nel prestigioso Alfred Dunhill Links Championship vinto da Hatton.

Nino Bertasio ha remato a lungo questa stagione, giocando tantissimo (oltre 30 tornei) con l’obiettivo dichiarato di confermarsi tra i primi cento e assicurarsi la carta anche per la prossima stagione dell’European Tour.

Il gioco non gli è mai mancato, la classe neppure, i risultati un po’ meno e per quelli, si sa, bisogna avere pazienza, crederci e continuare a lavorare duro, cosa che Nino ha fatto sempre, seguito dal suo coach Alberto Binaghi.

L’Open d’Italia da 7 milioni era l’occasione da cogliere, il torneo da non sbagliare per evitare di trovarsi in brutte acque, lontano dai primi cento della Race to Dubai e con un gap incolmabile. Ecco allora l’Open che ti sogni, che studi a tavolino, che programmi e che alla fine chiudi ancora meglio delle tue previsioni. Bertasio è stato uno dei grandi protagonisti delle ultime 18 buche al Golf Club Milano, chiuse con un fantastico 64 macchiato da un’unica piccola sbavatura, il bogey alla 17. Ma il top ten assicurato in un torneo dai soldi pesantissimi come questo Open d’Italia 2017 per Bertasio è una boccata d’ossigeno decisiva per il suo futuro sul Tour maggiore.
“Prima di questo Open mi ero posto come obiettivo un -15, alla fine ho chiuso a -16, giocando le ultime 36 buche con il numero 5 del mondo, Jon Rahm, e standogli persino davanti. Sono molto soddisfatto ma è stata dura davvero. Sapevo di giocarmi la stagione a Monza e questo ha aumentato la pressione con il passare delle buche. Poi dopo il grande avvio di oggi ho visto il mio nome tra i primissimi e ho iniziato a capire che ero al centro di un momento decisivo. Non nego che mi tremavano le mani ma ho cercato di remare, colpo dopo colpo, e non rovinare quanto di ottimo avevo fatto fino a quel punto. Poi ho subito il bogey della 17 ma alla 18 sono stato bravo a reagire salvando un grande par e chiudendo in 64, finalmente una giornata importante in un torneo che conta”.
Ora puoi pensare alla fine della stagione in maniera diversa, senza l’assillo della carta.
“Se, come è plausibile, confermerò la carta, il prossimo anno voglio giocare di meno, programmando in maniera diversa la stagione. In questo modo potrò lavorare di più sul mio gioco, intensificare la preparazione atletica e fare un ulteriore salto di qualità. Il fatto di non dover rincorrere ancora un risultato a tutti i costi è un grande vantaggio, ti permette di pianificare al meglio il tuo lavoro e giocare con maggiore serenità il golf che sai. E poi il prossimo anno a maggio mi sposo per cui certamente sarà un anno da ricordare!”.