Si può vincere un Open di eccellente livello come quello australiano – fra l’altro giunto alla sua centesima edizione – con un ultimo giro +2 sopra par e score con doppio e triplo bogey? Matthew Jones a Sydney è riuscito a farcela, complice una prova non esaltante di Jordan Spieth (giro in par) e una bellissima ma insufficiente rimonta di Adam Scott (-6), partito troppo da lontano. Così Matthew Jones (-8, 67 68 68 73), 35enne di Sydney e 69° fino a oggi nelle classifiche mondiali, si porta a casa l’importante successo nell’Emirates Australian Open dopo averlo sfiorato nel 2010, quando arrivò secondo.

Per lui, prima d’ora, una vittoria sul PGA Tour nella stagione 2013/14, nello Houston Open. Con il successo sul campo dell’Australian Golf Club, percorso senz’altro impegnativo come dimostrano i risultati, Jones si qualifica anche automaticamente per l’Open Championship 2016, che si svolgerà sul percorso di Troon, in Scozia.

Dietro Spieth, vincitore dell’edizione 2014, e Scott, che hanno chiuso a -7, il -6 di Rod Pampling, che merita di essere citato per l’eccezionale 61 conclusivo (10 sotto il par del campo), miglior risultato dell’intero torneo. Quinti altri due australiani, Nick Cullen e Lincoln Tighe, a -3. Fra gli europei, primo il tedesco David Klein (13° in par) e 18.i Colsaerts e Westwood (+2).